Carmelo Pipitone, nome noto dei Marta sui Tubi, O.R.k. e Dunk, presenta il suo primo lavoro da solista, “Cornucopia”. Foto di Carol Alabrese.
Carmelo Pipitone, nome noto dei Marta sui Tubi, O.R.k. e Dunk, presenta il suo primo lavoro da solista, “Cornucopia”. Foto di Carol Alabrese.

CARMELO PIPITONE omaggia la sua terra da solista con CORNUCOPIA (Album)

Ieri il chitarrista Carmelo Pipitone si è presentato al pubblico con il suo primo album da solista “Cornucopia”. Il nome deriva dai contenitori in carta nei quali vengono spesso messe le fritture di pesce e altri cibi da asporto tipici siciliani, chiamati coppi. Il lavoro, come i coppi, racchiude l’essenza della Sicilia moderna e dell’uomo che la vive tutti i giorni, dalle spiagge ai vicoli più sporchi. È un album decisamente sentito e creativo, che racconta in aneddoti il rapporto dell’uomo con se stesso e con i propri Santi, dondolandosi in un’altalena di suoni dalle tonalità più disparate. Un lavoro che si aggancia ad una cultura forte, a una Sicilia in costante mutamento seppur sempre uguale.

Carmelo Pipitone già da anni colleziona successi, portando i propri suoni e la propria terra sempre con sé, adattandoli a ogni situazione. I 15 anni di militanza con i Marta sui Tubi sono il primo esempio, che hanno portato alla collaborazione con i grandi autori della musica italiana. Da Lucio Dalla a Franco Battiato, sino ad Enrico Ruggeri, con la band storica ha prodotto singoli degni di ammirazione. Ma anche l’attività in gruppi come la superband O.R.k. e i Dunk, hanno contribuito a portare “Cornucopia” a un livello estremamente elevato. Il primo lavoro di questo artista è sicuramente da considerarsi come un punto di partenza per un nuovo progetto.

“Cornucopia” contiene l’essenza di un artista, Carmelo Pipitone, e della sua lunga esperienza messa in musica.

L’album si compone di 8 tracce, con un minutaggio medio di 3 minuti ciascuna. È ovvio come la scelta di Carmelo Pipitone sia incisiva e determinante per l’ascoltatore. Nonostante abbia vinto il Premio Insound come migliore chitarrista acustico nel 2009, non è mai semplice mantenere il giusto equilibrio in un album simile. Si incorre sempre nell’elevata possibilità di annoiare l’ascoltatore, di essere ripetitivi e martellanti. In questo caso le scelte stilistiche dell’autore sono state determinanti nella creazione di un lavoro poco impegnativo per l’ascoltatore a livello auditivo.

Nel dettaglio, la forza dell’album si ritrova in primis nelle melodie. L’alternanza tra scale maggiori e minori, i passaggi tra tempi dispari e pari, mai banali, accompagnano l’ascoltatore sorprendendolo senza mai spiazzarlo o minare la sicurezza acquisita nell’ascolto. Caratteristica che fa di Carmelo Pipitone, e del suo lavoro “Cornucopia”, un album unico nel suo genere nella nuova prospettiva del cantautorato italiano. Non mancano comunque i cliché, come la linea vocale in “Il Potere”, che potrebbe essere quasi definita una filastrocca grottesca. Vale lo stesso per “Come tutti” dove invece è la melodia strumentale a ricalcare temi particolarmente etnici e più comuni.

“Cornucopia” ci racconta come Carmelo Pipitone si sia allontanato dalle sue terre, ma in realtà non le abbia mai lasciate.

Il livello testuale di “Cornucopia” a sua volta non è da meno. Come in ogni lavoro che si rispetti, è la forza delle parole a distruggere ogni barriera. Se la musica può abbattere quella linguistica, le parole possono evidenziare situazioni scomode, abbattendo i muri dell’apatia. Di nuovo “Come tutti” funge da punto di riferimento, narrando una storia a noi molto familiare, ma da un punto di vista differente. Anche “Attento a Dio” non risulta brano da meno, come tutti gli altri facenti parte del lavoro. Ogni brano riesce a essere a sé stante e allo stesso tempo il pezzo di puzzle che compone l’opera. Sceglierne uno tra questi sette non è un lavoro facile, e quindi mi solleverò dal farlo.

“Cornucopia” è il lavoro di un’artista che ritrova se stesso e le proprie origini. Un lavoro che ci racconta come Carmelo Pipitone si sia allontanato dalle sue terre, ma in realtà non le abbia mai lasciate. Un album che sia sotto il punto di vista tecnico che emozionale non ha nulla da temere. Da fan dei Marta sui Tubi e Dunk, temevo questo lavoro. Temevo che quest’album sarebbe potuto essere una macchietta di tutto ciò che Carmelo Pipitone ha portato di innovativo nei suoi gruppi. Mi sbagliavo alla grande. “Cornucopia” è l’essenza di un artista e della sua esperienza messa in musica. Potrebbe non piacere alle masse ed essere fastidioso per alcuni, ma d’altronde non è stato così per tanti grandi artisti?

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CARMELO PIPITONE

CORNUCOPIA

16 novembre 2018

La Fabbrica

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