“Langue” è un deciso cambio di mood per i K. Board & The Skreens
Negli anni, infatti, il progetto ha continuato a muoversi nello spettro della musica elettronica rilasciando sulle piattaforme digitali tracce della influenze varie, ora techno, ora noise, ora quasi funk. Adesso invece è pronto il loro nuovo minialbum “Langue”, che segna una decisa sterzata verso l’ascoltabilità. La prima constatazione nel sentirlo è quanto il sound dei K. Board & the Skreens, nel tempo, si sia rifinito molto e disti anni luci dalle rauche tastiere originali. La quattro tracce che lo compongono scivolano rapide e ballabili, assimilabili a un brillante elettro pop strumentale. Beninteso, ancora l’atmosfera è onirica, estraniante, anche grazie alle distorte voci di sottofondo, ma carica di una positività inedita rispetto ai lavori precedenti.
Un mini-album orecchiabile, che trasporta con ritmo e solarità
Dopo trent’anni, Super Mario sta ancora avendo un trip, ma i suoi muscoli, negli anni, devono essersi rilassati. Lo dimostra da subito la prima traccia “Soi-Mah”, sospesa su una calma ritmata, quasi sciamanica, che mette l’ascoltatore in un mood riflessivo. Non serve a molto altro che a preparare la strada a “Ikiru”, bomba di solarità e forse gemma dell’intero lavoro. Sgarzolina e orecchiabile come una sorta di strana “Funky Town”, è impreziosita da un godibilissimo outro di chitarra. La successiva “Pashka” è invece più semplice, ritmata e ossessiva, quasi un ritorno alle contrazioni sonore degli album precedenti. Ma “Holmenkollen” conclude l’album di nuovo con un’energia felice. In conclusione, “Langue” dei K. Board & The Skreens è un mini-album certamente di nicchia per impostazione e sound ma che, complice la sua orecchiabilità, si lascia ascoltare facilmente. Se vi piace l’elettronica, sentitelo. Il miscuglio di soluzioni sonore potrebbe sorprendervi.