La cantautrice Caffellatte in uno scatto promozionale.
La cantautrice Caffellatte in uno scatto promozionale.

CAFFELLATTE: “Avevo bisogno di rivivere un forte dolore per ricordarmi d’averlo superato”

Caffellatte, benvenuta su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio: racconta ai lettori un episodio imbarazzante, accaduto durante la tua carriera musicale, che non scorderai mai.

Ciao amici di Music.it, bella domanda. Non ho un aneddoto in particolare, sono una perfezionista a livelli atroci, non credo di esser mai salita sul palco imbarazzata o imbarazzante dinnanzi ad un pubblico. È successo però diverse volte, quando ero più piccola, di trovarmi in serie difficoltà a causa dell’impianto poco idoneo o quasi del tutto inesistente. Ci siamo sempre arrangiati anche solo con una piccola cassa monitor e un mixer a due canali, combinando coloriti disastri in fase di sound check!!

Quando è iniziato il tuo viaggio nel mondo della musica?

Il mio viaggio è iniziato davanti allo specchio quando avevo pochi anni d’età. Con la spazzola in mano sognavo di cantare davanti ad un pubblico entusiasta. Ma non associo il desiderio di cantare con ciò che è poi la musica realmente. La voce è un mezzo di comunicazione che vive attraverso il suono e la parola. Credo che il mio viaggio sia realmente iniziato dopo aver compreso questo concetto.

Quali sono stati gli artisti o band che hanno lasciato un’impronta indelebile nel tuo modo di scrivere canzoni?

Non saprei, a livello di scrittura. Ho sempre scritto in base a me stessa. Credo di aver assorbito piuttosto. Sicuramente il mio pilastro è, è stato e sarà sempre Franco Battiato. I suoi brani scavano dentro me, nel profondo, con tale acuminata bellezza, da lasciarmi sempre senza fiato.

“Carta Stagnola” è il tuo nuovo singolo, dove la delicatezza e profondità del testo si fonde con un sound deciso e grintoso. In quale particolare momento della tua vita hai scritto questo brano e perché?

Ho scritto questo brano recentemente. Credo avessi bisogno di smascherare “the other side”; nelle precedenti produzioni ho descritto ironicamente e con estrema leggerezza alcuni tratti della mia persona, forse avevo bisogno davvero di rivivere un forte dolore per ricordarmi d’averlo superato con le mie gambe.

Quale messaggio vuoi far arrivare a chi ascolta questo tuo nuovo singolo?

Non c’è un messaggio, egoisticamente parlando. Era una mia necessità personale e privata affrontare un problema che affligge molte persone, come la depressione e nello specifico i DCA. Se non l’avessi vissuto da vicino non avrei probabilmente sentito quest’esigenza, ma al tempo stesso sono felice che le esperienze degli altri ci aiutano a trarre forza da ogni situazione: spero che questa canzone possa servire a questo.

C’è un momento della giornata o un luogo particolare che prediligi per scrivere? Come nascono le tue canzoni?

Solitamente scrivo ogni giorno per lavoro, questo spesso prosciuga e penalizza il bisogno intrinseco di sentirsi vivi attraverso le parole. La scrittura creativa necessita tempo, spazio e luogo: non spazi e luoghi fisici, ma mentali. A volte mi è capitato di scrivere in situazioni di totale oppressione ad esempio, questo significa, appunto, che le dinamiche seguite dalla mente, nel suo profondo, sono spesso incomprensibili e favolose.

Progetti per il futuro? Stai già lavorando su altri brani?

Ci sarà senz’altro un altro singolo dopo “Carta stagnola” e poi si vedrà, ho delle idee ma non svelo nulla.

Caffellatte, l’intervista è giunta al termine ed io ti ringrazio per essere stata con noi. Lascio a te l’ultima parola: saluta i lettori con una citazione tratta dalle tue canzoni. Ciao e a presto!!!

Ciao Music.it, a che pensi quando non dormi? Un bacio a voi!

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