“Pur essendo molto apprezzabile l’iniziativa dei difensori volta a reperire immediatamente una comunità in cui potrebbe essere collocato l’indagato, tale richiesta appare da un lato non urgente e da un lato prematura – motiva il gip Salvini -. Bisogna infatti considerare che” il trapper “è già stato collocato presso tale comunità in relazione ad un’accusa di rapina avvenuta quando egli era minorenne. E tale esperienza non ha sortito evidentemente alcun effetto positivo”.
“Anzi risulta dagli atti” che Simba La Rue “ma anche altri indagati collocati in tale comunità” l’hanno “liberamente utilizzata per concordare l’aggressione” ai danni di due rivali.
“Inoltre – conclude il giudice – la dichiarazione di disponibilità della comunità è alquanto generica e non indica un programma terapeutico e in generale un specifico regime di recupero cui Saida possa essere sottoposto in modo proficuo sia in relazione al suo comportamento decisamente e anche culturalmente volto stabilmente all’illecito (anche tramite musica e video che inneggiano quasi esclusivamente alla violenza). Sia in relazione anche al probabile consumo elevato di sostanze stupefacenti”.