Scrivere per raccontarsi, suonare per liberarsi e sconfiggere quel senso di clausura imposto da ciò che li circonda. Quella degli Antefatti è una musica che colpisce al primo ascolto e, nei nove brani che corrono a formare “Fango”, è impossibile resistere ai tre musicisti che si completano a vicenda; tre diversi ma inseparabili artisti ciascuno dotato di un vero e proprio talento. Colpo deciso e dettagliato del batterista Edoardo Vitali, suono preciso, pulito e tagliente del bassista Pierpaolo Canini e le indiscutibili abilità canore di Fausto Firmani dalla vasta estensione vocale. “Fango” è un album che non consiglierei per andare a dormire, a meno che non si è abituati a cose forti. Eppure, dietro alla grande capacità evocativa della musica, si celano nitide immagini e significati che non risultano mai scontati.
La speranza che andrà tutto bene è direttamente proporzionale alla certezza del futuro: per la band conta l’adesso, nonostante tutto, in eterno.
L’amore conta, l’esperienza e il dolore pure; è questo che gli Antefatti raccontano e lo inscenano nel tempo e nello spazio in cui viene vissuto. «Non è tempo dei ti amo sulla sabbia, adesso è il tempo di tatuarsi in faccia»: è chiaro il contesto dipinto nel brano che apre l’album “Tatuarsi in Faccia”. È l’essere autentici, essenza stessa del sentimento provato, che caratterizza questa band. Senza filtri e senza timori, ad ogni nuovo ascolto di “Fango” si colgono nuove verità, parti di città e ricordi di quando prima era tutto fango; «qui non ci sono grattacieli ma solo piccole abitudini», cantano in “Centoundici Primavere”. Soli e fragili senza alleati, tra amore, guerra e arcobaleni che si trasformano in tempesta, «faremo l’amore in questa trincea, naufraghi in quest’odissea»; romanticismo e violenza si incontrano e si scontrano nel brano-viaggio “Parigi-Hiroshima”: una carica di pura energia.
«Vedrai che andrà tuto bene, in fondo ci donano queste catene» cantano in “Bene”, parole che fanno pensare al momento che tutti noi stiamo vivendo; ma gli Antefatti sembrano essere andati oltre. La speranza che andrà tutto veramente bene è direttamente proporzionale alla certezza del futuro. Per la band ternana il nebuloso futuro si presenta come una paura, per loro conta e vivono l’adesso, nonostante tutto, in eterno. Se nei vostri ascolti non vi è mai capitato di essere stati inondati dalla musica degli Antefatti, è arrivato il momento di ascoltare “Fango”; vi renderete conto che il punk non è morto, ma continua ad albergare nei labirinti mentali di chi ancora ha molto da dire.