Benvenuti a I Casini di Shea su Music.it! Direi di iniziare subito con un aneddoto imbarazzante che vi è capitato assieme!
Ciao a tutti! Non ci sono capitate molte situazioni al momento. Suoniamo da poco insieme, per ora l’unico aneddoto imbarazzante è il modo in cui ci siamo trovati… cioè dai resti di un gruppo mai formato.
Siete nati da poco ma sembrate avere le idee chiare. Che posto sperate di occupare nel panorama musicale italiano?
Hai detto bene, “sembrate avere” perché se vogliamo è tutto ancora un po in divenire. In realtà cerchiamo solo di esprimere i generi che hanno monopolizzato di più i nostri ascolti (dagli anni ’60/’70 in poi) in un unica amalgama e senza scopiazzare, sembra semplice “alternative rock” ma c’è molto di più nella nostra musica.
Il vostro singolo si intitola “Sostanze”. Qual è stata l’ispirazione da cui è nata l’idea? Non pensate sia un tema “spinoso”?
Non badiamo molto alle conseguenze dei testi, scriviamo di getto. L’idea era quella di dare alla parola sostanze il compito di rappresentare “in sostanza” i pesanti obblighi che ci impone il mondo/società per fini tutt’altro che democratici.
Il videoclip del singolo ha una forte componente nostalgica con vecchie pubblicità , come mai questa scelta?
Sì, ci piace molto la sensazione che trasmettono le immagini di vecchie pubblicità. Forse data dalla grafica un po invecchiata e quindi in un certo senso più sincera, come poi lo è il genere lo-fi, senza tanti filtri. Poi boh, in realtà forse siamo solamente un po’ nostalgici.
“Anche nel rischio insisto se vuoi” ripetete nel ritornello. Cosa significa “rischio” per voi?
Il rischio di svegliarsi ogni giorno.
A breve inciderete un EP per Cabezon Italy, che sensazione avete per questo esordio?
Facciamo solo quello che sentiamo e andiamo avanti per la nostra strada, ovviamente speriamo abbia un buon impatto. Anche se è difficile fare previsioni, siamo solo all’inizio.
Secondo voi che siete una giovane band emergente la stagione dell’indie è finita?
Sì, da un pezzo.
I Casini di Seha, grazie per essere stati con noi. Per finire lascio a voi le conclusioni e i saluti!
Sperando di vederci presto in giro a suonare (visti i tempi), ringraziamo Music.it per l’intervista, Cabezon e C’mon Artax!