I Niet durante un live.
I Niet durante un live.

I NIET ci fanno ascoltare il loro rumoroso e adrenalinico DANGERFIELD (EP)

Rumóre: (ant. o letter. romóre) s. m. [lat. rumor -ōris]. – 1. a. Qualsiasi perturbazione sonora che, emergendo dal silenzio (o anche da altri suoni), dia luogo a una sensazione acustica. È quindi sinonimo di suono, ma si usa soprattutto per suoni soggettivamente giudicati non musicali o che comunque riescano sgradevoli, fastidiosi, molesti, o addirittura dannosi“. (Treccani).
Così vi presento i Niet, che del rumore fanno la loro forza. Il duo chitarra e batteria di Portamaggiore torna a far parlare di sé, a distanza di due anni dalla prima demo “Home”, con “Dangerfield”, EP autoprodotto. Una botta ai timpani di noise e punk. E mi piace un sacco.

Molti al sentir la parola rumore direbbero di abbassare il volume, io vi consiglio di fare il contrario. Con “All work and no play” ci troviamo subito davanti ad atmosfere claustrofobiche. Nei suoi cinque minuti varia continuamente da distorsioni torve e un groove cupo, a vere e proprie esplosioni sonore. Accelera, poi decelera. Ogni tanto esce fuori la voce, minimale ed essenziale. In chiusura un casino di tutto rispetto. Procedendo l’ascolto di “Dangerfield” troviamo “Sinking”, che procede sulla falsariga della traccia precedente, ma presentando sin da subito sonorità più alte. Un bel tripudio di distorsioni disturbanti al punto giusto.

“Dangerfield” dei Niet è un agglomerato di tracce adrenaliniche che trasudano cattiveria a ogni nota.

Le sfumature punk dei Niet escono fuori con “MDZhB” grazie a ritmi decisamente più serrati. Gli strumenti vengono picchiati senza esclusione di colpi procedendo verso il finale, che regala qualche chicca con variazioni sonore fuori di testa. “Dangerfield”, canzone che da il titolo all’Ep, non aggiunge troppo alla miscela. Più che altro raggruppa tutto ciò che è stato ascoltato finora per sbatterlo prepotentemente in faccia all’ascoltatore tra repentini e continui cambi d’umore. “KEXP” va a concludere l’EP con un turbinio di violenza. Superati i due minuti una sequela di rumori fastidiosi e caotici al punto giusto accompagnano la traccia fino alla fine, insieme a un mai così ben voluto mal di testa.

“Dangerfield” è un agglomerato di tracce adrenaliniche che trasudano cattiveria a ogni nota. In meno di 20 minuti le tracce riescono a frantumare la corteccia cerebrale per poi disinnescare ogni resistenza neurologica, per poi infilarsi nel cervello e continuare a pompare anche a fine ascolto. Non mi sento di dire che sia totalmente un bene, ma la sperimentazione portata avanti dal duo merita l’ascolto, specialmente da chi tenta di avvicinarsi al genere per la prima volta. Chiederò alla Treccani di aggiungere una nota alla parola rumore in merito ai Niet. Se lo meritano.

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NIET

DANGERFIELD

25 settembre 2018

Autoprodotto

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