Dopo l’uscita dei brani Tutta la città e Dove, è disponibile Gioia, il terzo singolo da solista del giovanissimo rocker romano Mezkal. “Gioia è stata l’occasione per dire tutto quello che non sono mai riuscito a dire ad una mia ex fidanzata – racconta il giovane artista -.
Cioè che l’ho tradita. Come l’episodio che l’ha ispirata, Gioia è un brano spontaneo e diretto, sia da un punto di vista di scrittura che di produzione. Io e il mio produttore Wepro abbiamo deciso di lasciarlo ‘di pancia’ il più possibile. Ne è venuta fuori una canzone che non usa giri di parole. Forse quello che avrei dovuto fare anche io con la mia ex ragazza.
D’altronde, meglio tardi che mai”.
Mezkal ha 18 anni, ma è entrato nel mondo della musica molto presto. Ha già inciso due album da chitarrista con un gruppo di veterani del glam rock, con cui continua a collaborare. Negli stessi anni ha calcato i palchi dei centri sociali romani imbracciando la Stratocaster mancina con la band del liceo. Poi la svolta solista dopo lo scioglimento. E l’incontro con il suo mentore artistico, Wepro, diventato poi suo produttore. Con lui ha trovato il suo genere e il suo suono: un singolare matrimonio tra il punk e l’elettronica, che non perde l’impronta della chitarra rock.
“Avevo 12 anni quando dallo stereo della macchina è partita London Calling – si racconta Mezkal -. Da quel momento il mio unico desiderio era una Stratocaster. Che ovviamente non sapevo ancora suonare. Sono seguiti anni di lezione di chitarra classica e di discutibili composizioni musicali. Nello stesso periodo ho collaborato con una rock band anagraficamente molto più grande di me, che mi ha insegnato ‘la professione’, tra sessioni di prove e registrazioni in studio. Poi il mio percorso diventa terribilmente stereotipato: la classica rock band del liceo, i Gryps, con i capelli unti lunghi fino alle spalle, pezzi in un inglese improvvisato e tanti centri sociali. Con un vanto: mai fatto una cover. La fine era altrettanto scontata, ma lo sapevamo tutti. Superato il panico del trovarmi da solo, ho deciso che era il momento di rimboccarsi le maniche e trovare il mio percorso. E soprattutto di abbandonare le canzoni in inglese”.