Francesco Forni, Stefano Scarfone, Alex Valle e Luca Carocci Zelo in Condotta.
Da sinistra, Francesco Forni, Stefano Scarfone, Alex Valle e Luca Carocci durante il format Zelo in Condotta.

Ironia, musica e pathos al quinto appuntamento di ZELO IN CONDOTTA

«Tra poltrone dorate, quadri cinesi, porte per folletti nani, nostalgia di andare via».

È sulle note de “La ragazza con il pallone” che i due cantastorie Luca Carocci e Francesco Forni hanno aperto il quinto appuntamento della quarta edizione di Zelo in condotta. Caldo ed accogliente, il locale ‘Na cosetta di Roma ha collezionato un altro indimenticabile momento musicale nella serata di venerdì 17 gennaio. Locale come sempre gremito di persone, luci colorate e profumi inebrianti, toni accesi oscillanti tra spontanee boutade e attimi di densa poeticità. A prendersi la scena, questa volta, sono state le chitarre, tutte diverse ed uniche nel suono, nella tecnica e nello spirito.

Per l’occasione, Zelo in condotta ha ospitato due grandi professioni: Stefano Scarfone con la sua chitarra classica e Alex Valle con la sua dobro (chitarra resofonica). E non è tutto, ad impreziosire la sera è stata anche la presenza dell’attore Marco Giuliani. Dopo la sigla, il primo a salire sul palco è stato Alex Valle che, in compagnia del duo, ha suonato “Another lonely day” (Ben Harper) e “Brown eyed girl” (Van Morrison). Poi è stato il turno dell’attore che ha cantato “Tango till they’re sore” (Tom Waits); infine di Stefano Scarfone che, tra gli altri brani, ha suonato anche due suoi pezzi “Stromboli” e “Love Tango”, quest’ultima in compagnia di Luca Carocci.

Luci colorate e profumi inebrianti, toni accesi oscillanti tra spontanee boutade e attimi di densa poeticità: questo è Zelo in condotta

Suonare all’impronta e senza parole, questa è l’unica regola del gioco. Un giro di blues, uno scambio di sguardi, di note e di chitarre accese, infuocate: il pubblico è rimasto colpito, anzi catturato dalla complicità che scorreva sul palco. E la vera bellezza risiedeva proprio in questo, fondersi e confondersi mantenendo il proprio stile, con la propria chitarra. Data l’atmosfera e la sintonia creatasi durante la serata, noi di Music.it abbiamo colto l’occasione per fare una domanda al chitarrista Stefano Scarfone che, dopo il suo autentico e puro solo, ha lasciato tutti con il fiato sospeso.

Stefano, perché proprio la chitarra classica?

«La chitarra classica perché i miei tre amici qui presenti si erano già presi le altre chitarre (ride). No, la verità è un’altra: io ho fatto dei tour, quando lavoravo come session, ed ho suonato la chitarra elettrica, l’acustica… insomma ho suonato un po’ tutti gli strumenti a corde. Però c’era una parte di me che aveva questa inflessione mediterranea, per cui lo strumento che più si adattava ad un certo tipo di sonorità – che non sono le sonorità flamenco classiche, ma sono un crossover tra tutto quello che succede nel mediterraneo – era la chitarra classica, lo strumento forse più espressivo per dare un senso a questo mio sentire, per cui la scelta è nata per questo motivo».

Ironia, musica e pathos sono stati gli ingredienti fondamentali dell’irripetibile serata a ‘Na cosetta

Nella seconda metà della puntata è tornato sul palco l’attore Marco Giuliani interpretando un monologo accompagnato da tutti i chitarristi. Zelo in condotta è terminato con due brani di Ben Harper “Steal my kisses from you” e “Well well well”. Un insolito concerto senza precedenti, questa volta la vera sfida del format era riuscire a giocare insieme, in un continuo e variopinto scambio di suoni ed emozioni. Ironia, musica e pathos sono stati gli ingredienti fondamentali dell’irripetibile serata nel cuore del Pigneto. L’originale format del duo Francesco Forni e Luca Carocci questa volta sembra essersi vestito di blues, in un incontro di diverse personalità artistiche in un’imprevedibile serata.

La risposta degli spettatori non ha tardato ad arrivare; attenti e curiosi, hanno seguito gli artisti con garbo e compostezza. E tra un sorriso e l’altro, è la musica, quella vera che fa vibrare l’anima e dire: io c’ero. Zelo in condotta è un format fresco, genuino e a ‘Na cosetta è come sentirsi a casa tra amici di vecchia data. La musica come condivisione: il fare musica con e per gli altri, oltre che per sé stessi.

Exit mobile version