C’è molta tensione intorno alla prossima 70^ edizione del Festival di Sanremo. In questi giorni se ne sta parlando molto, ma ora l’attenzione di è spostata su uno dei Big in gara, ossia Junior Cally. Tra i nomi che saranno sul palco dell’Ariston è forse tra quelli meno conosciuti, ma questo non vuol dire che non esista. Anzi, dagli esordi, nel 2017, è riuscito a ritagliarsi uno spazio non indifferente nella scena rap italiana.
Di certo non è bandito il rap a Sanremo: saliranno sul palco importanti esponenti del genere come Rancore e Anastasio. Ieri Junior Cally ha provato il brano la seconda volta all’Ariston con l’orchestra; il brano “No Grazie” è stato apprezzato. Ma allora perché si sta parlando così tanto del rapper romano? Cosa ha fatto infuriare la polemica?
Junior Cally alla gogna, ecco il perché
Il motivo principale sembra proprio essere la carriera artistica e il passato di Junior Cally. Ciò che gli viene accusato è la massiccia presenza di tematiche su violenza, sessismo, droga e via discorrendo. A dirla tutta, non si aggiunge niente di nuovo a ciò che già si sapeva. Sono argomenti triti e ritriti all’interno della scena rap italiana e internazionale. Da Eminem a 50 Cent, da Salmo a Sfera Ebbasta.
Lo stesso Salmo ha dato picche per il festival di Sanremo. Era stato chiamato a presentare la prima serata; Amadeus, qualche giorno fa, era molto felice di annunciarlo. Non si sa di preciso come sia andata a finire, sicuro è che Salmo non salirà sull’Ariston: «Non sarò presente al Festival di Sanremo. Non me la sento. Mi sentirei a disagio».
Il presidente della Rai Marcello Foa sembrerebbe aver chiesto ad Amadeus di «riportare il Festival nella sua giusta dimensione». Giusta dimensione. Ossia? Evitare che il pubblico medio nazionalpopolare possa rimanere scandalizzato? In casa Rai si sta discutendo da ieri su questo fronte, e probabilmente arriverà una risposta molto presto. C’è chi avanza l’ipotesi di espulsione, ma sarebbe davvero giusto?
Il web si schiera dalla parte di Junior Cally
Ovviamente il web non è rimasto a guardare, e in molti si sono mobilitati per prendere le parti del Big voluto a Sanremo 2020. Enrico Mentana dal suo Open, ricorda «se non c’è polemica politica non sono contenti». Mentre il critico musicale di Repubblica Ernesto Assante ha postato su Facebook una dichiarazione molto interessante:
«Dato che i Rolling Stones dichiaravano “Simpatia per il diavolo” i ragazzi degli anni Sessanta sono diventati in maggioranza satanisti? O chi ha letto ed amato Oscar Wilde è diventato omosessuale? O chi ha amato Marinetti è diventato fascista? Controllare l’arte è prerogativa dei regimi totalitari, paesi in cui non solo non è lecito ascoltare Eminem ma molta altra musica, libri, film. Lasciamo che siano loro ad impedire l’ascolto di Eminem, qui da noi, nonostante tutto, si vive meglio»
In fondo, è sempre la classica storia che si ripete. “Non fate giocare i vostri figli con gli sparatutto o GTA V, che poi diventano criminali“. Quindi cosa, il rap nudo e crudo, come quello di Junior Cally, sarebbe la causa di violenze, sessismo e via discorrendo? Bufere mediatiche del genere sono davvero avvilenti. Forse non dovremmo parlare di 2020. Magari bisognerebbe togliere un migliaio d’anni. Neanche le lampade a olio ci meritiamo.