Alex Castelli racconta la propria vita parlando anche di tanto altro, dall’arroganza di alcuni alla fede in Dio
L’album si apre proprio con il primo singolo, “C’è Di Mezzo Il Mare”, che lascia intendere come, nella vita, bisogna assumersi sempre le proprie responsabilità. Tutto quello che facciamo deriva, quasi sempre, comunque da nostre libere scelte. E se le cose vanno male, certamente non può essere colpa di altri. “Stanno Uccidendo La Musica”, che segue, è una denuncia verso la commercializzazione eccessiva del prodotto musica. Ma il concetto può essere esteso all’arte in generale. Un bel rock melodico, dal gusto leggermente retrò, con un bel giro di chitarra per tutta l’estensione, soprattutto sul ritornello e nelle parti guitar solo. Continuando con l’ascolto ci ritroviamo in un territorio malinconico e paludoso, dove ristagnano le incertezze e le difficoltà del sentirsi “Solo”, appunto, e spesso incompreso. Per raccontarlo ci si affida ad un intro delicato tra basso e chitarra, per poi esplodere nello sfogo potente con l’ausilio della batteria, dapprima soft.
Siamo piacevolmente sorpresi da Alex Castelli e dal suo primo album solista, pieno di influenze stilistiche
Un sound guascone accompagna il brano “Gabriele”. Forse uno dei più interessanti di “Caduti Liberi”, dove il protagonista personifica un esempio di ignoranza ed arroganza. “Panem Et Circenses” è la trasposizione ai giorni nostri della tecnica evasiva utilizzata dagli antichi romani per assoggettare il popolo. Dandogli svago e rubandogli libertà. Il brano più rock dell’album di Alex Castelli è “Tutto Scorre In Te”. Ruvido ma con un messaggio di speranza, di fiducia in se stessi. Detto questo, procediamo al resoconto finale con una piacevole sensazione nei confronti di Alex Castelli e del suo primo album “Caduti Liberi”, una bella scoperta.