Il trio è composto dai membri ed ex membri di A Violet Pine, Cancrena ed Orient Express, e vede alla chitarra e alla voce Giuseppe Piazzolla, alla batteria Paolo Ormas e al basso Fabio Chiarazzo. La title track “Lama” apre l’Ep con un’atmosfera di attesa, prepara al caos e all’oscurità da affrontare nel corso delle successive tracce. Si viene immediatamente catturati da un vortice sonoro: gli ipnotici motivi della chitarra sono il presagio di un’irruente tempesta che non tarda ad arrivare. Fulmini e saette si scatenano negli ultimi due minuti di “The Storm is Over” e l’ascoltatore si trova di fronte ad un’apocalisse.
“Lama” è una corsa controvento affrontata con una grinta che solo dall’unione dei Rainbow Bridge poteva fuoriuscire.
Il tempo scorre veloce e la tempesta non può durare per sempre, con “Day After Day” un lieve raggio di luce irrompe la scena. Un attimo di tregua, un momento di respiro e lucidità viene reso grazie alla qualità vocali del cantante. Il peggio sembra passato ma ciò che ancora deve accadere è incerto, la strada è ancora lunga e i Rainbow Bridge non mollano la presa. Dai suoni graffianti, la chitarra fa sentire il suo grido di dolore, un grido sempre più sofferto nel psichedelico e travolgente “Words”, brano che racchiude la catastrofe finale.
L’attesa è terminata, la tempesta è superata e con i dodici minuti di “No More I’ll be Back” che chiudono l’Ep, i Rainbow Bridge hanno raggiunto la loro vittoria. Dimenticare il passato è impossibile, il futuro è sempre in agguato, ma in quel preciso istante del presente un timido arcobaleno si rivela agli occhi dell’umanità. Solo alla fine tutto si dissolve e ciascun ascoltatore è libero di vedere la luce o, forse, l’oscurità più totale. La distruzione sembra aver trovato una ragione, una nuova avventura ora si prospetta all’orizzonte per il tenace e insaziabile trio.