A un primo ascolto ci rendiamo subito conto che “Sangue Sangue” è costruito sulla ripetizione ossessiva di poche note. Anche i testi sono scarni e ridotti al minimo, come per dare un resa sonora più diretta, senza fronzoli e senza nulla che possa distrarre l’ascoltatore dal concetto ultimo.
Un sound minimal e ipnotico allo stesso tempo, L’Avversario porta in scena cinque brani circolari che, quasi, opprimono l’ascoltatore. Uno alla volta e molto lentamente questi brani fuoriescono dalle casse, quasi come cercassero di “affogare” l’ascoltatore che resta avvolto in questa spirale sonora ossessiva e circolare.
“Sangue Sangue”, un sound scarno e ossessivo
Come già detto i brani sono semplici e senza artifici. Diretti e con lunghi intermezzi strumentali, proprio per dare questo senso di ossessività. Anche le durate dei vari brani, mai sotto i 5 minuti, sembrano un modo per straniare l’ascoltatore da tutto e per sintonizzarlo direttamente con la sostanza del brano.
La cosa che stupisce di questo disco è che L’Avversario, peccando volutamente di ripetitività, riesce comunque a mantenere viva l’attenzione e a risultare comunque interessante e affascinante. In certi momenti sembra di sentire quell’alternative rock molto anni ’90 con un tocco di cantautorato nel mezzo.
L’Avversario, tra alternative e cantautorato
Oltre alle sonorità e ai testi minimal troviamo anche una sezione ritmica ossessiva e costante. Anche questo è un segno evidente del tentativo di oppressione uditiva messa in atto da L’Avversario.
“Sangue Sangue” ha un gran bel sound: avvolgente e di impatto emotivo, grazie anche alla scelta di registrare in presa diretta, che risulta decisamente azzeccata. “Chiudersi” dentro una stanza per suonare tutti insieme e senza artifici, permette di ottenere un sound più caldo e più “circolare” e sicuramente più naturale.
“Sangue Sangue”, un disco “difficile” ma affascinante
Un’altra cosa interessante di “Sangue sangue” è la sua “difficoltà” nell’ascolto. Abbiamo detto che L’Avversario ha portato in scena un sound diretto e di impatto, ma riuscire ad entrare dentro questo disco richiede il giusto tempo. Un brano alla volta e per tutta la loro durata l’ascoltatore dovrà concentrarsi e cercare di sviscerare ogni singolo suono per entrare nel mood del disco.
Alla fine quello che resta è un disco fatto non per l’heavy rotation e la velocità, ma fatto per la calma e la ripetizione. “Sangue Sangue” è un disco che merita di essere ascoltato con attenzione, soprattutto dagli appassionati di un certo sound.
L’Avversario è riuscito a concepire un disco fuori dagli schemi e fuori da ogni logica, anche commerciale, ed è questo uno dei suoi punti di forza. La ricercatezza e l’attenzione alla base di questo lavoro lo rendono un prodotto molto raro di questi tempi e questa rarità non fa che dimostrare la grande qualità di questi cinque brani.