Sono cinque i brani che concorrono a formare “L’ultima volta”, ciascuno dei quali sembra inebriarsi di scintille letterarie. Con il primo brano, “Amelia”, si riferisce chiaramente alla modella del mondo bohemien torinese, personaggio di “La bella estate” di Cesare Pavese. Dunque, Martæ, sembra trovare in questo romanzo breve le risposte alla situazione che sta vivendo. Nel videoclip uscito il 7 giugno, la cantautrice si immedesima in quella femme fatal, nell’Amelia libera e autonoma che lo scrittore racconta. Martæ è riuscita a ricreare nella sua musica tutte quelle sensazioni provate nella lettura.
La leggerezza della giovane età di Martæ si sposa con una melodia riflessiva e profondità di “L’ultima volta”
Infatti i temi che si rincorrono all’interno dell’EP sono sostenuti da descrittive atmosfere musicali e dalla delicata e grintosa voce di una ragazza che, ormai donna, non ha paura di mettersi in gioco. In “L’ultima volta” si respira quel senso di ebrezza accompagnata da un pizzico di follia che in “Polvere Di Zaffiri” trova la massima espressione. I personaggi di Martæ sono sognanti e danzano, si muovono in uno spazio che oscilla tra spensieratezza e felicità, inesperienza e debolezza. Nel brano che chiude l’EP “Il Canto Dei Folli”, la cantautrice sembra raggiungere la sua liberazione. Il passaggio dal giorno alla notte è compiuto; la sera è terminata, un’altra alba arriverà. Un saporoso EP da gustare, cinque brani che mettono in risalto le doti vocali di Martæ e che fanno sperare in una bella estate.