Ebbene, perché le tracce sono state originariamente pensate per accompagnare un film omonimo che non ha mai visto la luce. Ma non per questo il disco ha perso la sua funzione, le immagini sono in qualche modo state catturate dai suoni distopici che compongono il materiale timbrico. Come in un viaggio astrale i brani ci stimolano ad immaginare mondi liquidi, abitati da uomini, mutanti e teste del David fluttuanti.
“Il Tempio Degli Uomini Granchio” è un disco che si riallaccia al movimento vaporwave e lo-fi, che da alcuni anni a questa parte ha dato vita interessanti modelli di sperimentazione. Ciò che caratterizza questi movimenti musicali è il rifacimento ad un passato non troppo distante, rivisitato e idealizzato. In questo senso la vaporwave vuole essere anche una sorta di critica a qui tempi della sconsideratezza e dello spettacolo, come gli anni ’80.
“Il Tempio Degli Uomini Granchio” di Mondoriviera è un viaggio distopico tra post-elettronica e vaporwave
L’immagine che ne esce fuori è quella di un mondo distorto, patinato ed ipnotizzante, ricco di rimandi ed elementi ricorrenti. Ma un altro tratto caratteristico è quello della predilezione per i suoni sporchi, rovinati, dissonanti. Infatti Mondoriviera, per la realizzazione del suo disco, ha utilizzato esclusivamente un vecchio computer ed una chitarra effettata. Quella che si chiama un a cheap production.
Con le sue 13 tracce, il disco ci guida in un racconto onirico e glitchato, dove forme solide tendono ad assolutizzarsi. I suoni riverberati, le drum liquide e definite, le voci lontane e pitchate, il tutto sullo sfondo di un panorama alla Escher. Tutto ci riporta ad uno strano sogno, uno di quelli che non possiamo dimenticare. “Il Tempio Degli Uomini Granchio” è inoltre il primo disco da solista di Mondoriviera, completamente autoprodotto.
L’artista ci presenta la sua opera come un horror album, per via della sua ispirazione ai maestri dello splatter. Molti dei suoni, non a caso, ci suscitano una sensazione di spaesamento ed inquietudine. Molto di questo disco mi ha riportato alla mente una pietra miliare della musica elettronica, sto parlando di “Selected Ambient Works 85-92” di Aphex Twin. Prendete un biglietto e godetevi lo show.