A due anni dalla morte, Torino rende omaggio al maestro Ezio Bosso. Un cittadino e un musicista del mondo che ha abitato in diversi paesi. Ma il cui cuore è rimasto nella sua città natale.
In pieno centro, dove ha vissuto da ragazzo, al Polo del ‘900, non lontano dalla ‘sua’ Piazza Statuto. Vicina ai ‘suoi’ bar, dal Teatro Juvarra delle sue prime sperimentazioni con il teatro e la danza. Nella zona del Palazzo Barolo, dove ebbe la residenza permanente d’artista, ha trovato casa, per volere della famiglia, il ‘Fondo Ezio Bosso’.
Il “Fondo Ezio Bosso”
Un insieme di oggetti privati, spartiti, ricordi che raccontano l’avventura musicale di un compositore geniale e amato in tutto il mondo. Un uomo che ha riempito la sua esistenza con la musica, vissuta come forma suprema di comunicazione di emozioni tra gli esseri umani.
“Potevamo decidere di tenere tutti questi materiali per noi in famiglia” ha spiegato la sorella Ivana ad Ansa. “Ma abbiamo deciso di metterli a disposizione del pubblico, del suo pubblico. Ezio ha sempre inteso l’arte e la musica come qualcosa da condividere al massimo”.
Il Fondo, in corso di digitalizzazione per consentirne la massima fruizione sul portale del Polo 9centRo, verrà custodito presso l’Istituto Gramsci. “Può forse sembrare strano – ha aggiunto il nipote Tommaso – che la figura di un musicista venga considerata in un luogo storico politico come l’istituto Gramsci. Accanto a personaggi che hanno fatto la storia del ‘900. Ma in fondo Ezio era un uomo molto interessato al sociale, alle vicende storiche e politiche, e la musica per lui era il più perfetto dei modi per connettete tra loro tutti gli esseri umani”.
“Eclettico, poetico, affamato di amore e di vita”
“Ezio era un uomo eclettico, poetico, affamato di amore e di vita, che convissuto con la sua malattia con immensa energia. Come per mandare un segnale alle persone in difficoltà” ha ricordato Ivana Bosso presentando alcune curiosità consegnate al fondo. Come un certificato di adozione di un marsupiale che aveva visto in Australia, durante un tour, e la tessera di iscrizione al club Groucho Marx di Londra, città che amò tantissimo.
La presentazione del Fondo Ezio Bosso ha anche segnato il passaggio di testimone, dal primo aprile, dal direttore Alessandro Bollo ad Emiliano Paoletti. “Ho conosciuto Bosso – ha detto Paoletti – un onore aprire il mio mandato nel suo nome”.
L’incontro al Polo si è chiuso con il video inedito registrato nel 2018 a Lucca allo StradivariFestival Chamber, di ‘Split, Postcards from far away (the tea room)’. Un inno alla speranza ispirato ai ricordi di un veterano di guerra. “Ezio era pacifista”, ha ricordato la sorella Ivana.
In occasione del secondo anniversario della morte del musicista, il 16 maggio la Filarmonica di Torino gli dedicherà un concerto al Teatro Regio diretto dal maestro Michele Gamba.