In “A debita vicinanza”, esordio musicale di Glomarì, gli oggetti si animano e si trasformano, diventando specchi della propria interiorità
Architetta, pittrice, fotografa, e ora anche cantautrice; in questo album Glomarì afferra la vita e la trasferisce nella sua arte, prende il quotidiano e lo trasforma in poesia, rendendo oggetti del suo vissuto specchio della propria interiorità. “A debita vicinanza” è una lente di ingrandimento quasi animalesca. Qui l’oggetto non è solo l’immagine di una quotidianità che scalda il cuore, è elemento di riflessioni più ampie, insegnamenti e risposte che la cantautrice cerca di tirare fuori. Come piccoli quadri, nelle canzoni di Glomarì gli oggetti si animano e si trasformano, nel tentativo, se volessimo trovare un paragone poetico, di squarciare un velo di maya di montaliana memoria.
In “A debita vicinanza” semplici panni stesi diventano l’immagine di una sentita libertà e voglia di volare (“Filosofia dei panni stesi”); una barca, invece, la metafora di una tempesta che non siamo altro che noi stessi (“La barca”). L’insonnia è un fiore pungente (“L’ama o non l’ama?”); gli oggetti d’infanzia una visione di nostalgia e crescita (“il rosso è più bordeaux”). I testi della cantautrice sono una scoperta da cogliere ascolto dopo ascolto. Questa ricchezza fa dell’album un prodotto né semplice né immediato, che sfugge a qualsiasi semplificazione nel suo mescolare gioia e malinconia.
Delicata, sinuosa, ed elegante, Glomarì scrive poesie di una ricchezza unica e le mette in musica con uno stile imprevedibile
Delicata come una cartapesta, sinuosa, elegante e sfrontata, Glomarì adatta poi i suoi testi ad una musica altrettanto irregolare, che non può che essere imprevedibile; lontana dalle classiche forme di canzone e dalla stessa idea di ritornello, la musica si apre a inattesi silenzi, cambi di ritmo, o sezioni strumentali. La dolcezza della voce e dello stile della cantautrice non sono mai scontati; seppur in una composizione omogenea mutano con l’umore del disco, non stancando nonostante presuppongano un ascolto attento e fuori dalle regole. “A debita vicinanza” è un caso di perfetta comunione fra lo sbocciare di un’artista e musicisti che ne guidano lo spirito libero e curioso. Glomarì è un gioiello in un panorama musicale a volte troppo appiattito, che mostra come la musica indipendente, quando vuole, è capace di lanciare personalità uniche; la sua penna è un dono assolutamente da tenere d’occhio.