I Silki in uno scatto promozionale
I Silki in uno scatto promozionale

ANEDONIA, GREG? Forse sì. Questa è la risposta dei SILKI nel loro primo album

Si chiamano Silki e vengono da Riccione. Il loro primo lavoro è “Anedonia, Greg?” e getta delle solite basi per portare avanti un progetto crossover tra cantautorato, rock’n roll e indie pop. Sì perché all’ascolto delle 12 tracce si evidenziano tre caratteristiche fondamentali: un’uso massivo ma appropriato di synth e tastiere, basi rock che ballano tra i The Beatles e i Muse e testi in italiano pieni del disagio esistenziale moderno.

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Silki sono rispettivamente: Gianluca Bravi, voce del gruppo, Nicola Evangelisti al basso, Giammarco Corsi alla chitarra e Filippo Righetti alla batteria. Partono come duo nel 2016, con un EP autoprodotto che li porta di fronte al pubblico. Nel 2018 si sente l’esigenza di portare live un suono più corposo e compatto e, il gioco è fatto. Nasce quindi “Anedonia, Greg?” che racchiude 2 anni di idee e attività della band.

Il primo lavoro non è privo di imperfezioni, ma sostanzialmente si destreggia bene nel genere scelto, specialmente per il suono caratteristico che lo rappresenta. 12 brani sono difficili da gestire, ma ognuno in questo disco ha una sua personalità, dalla più scura e cupa, alla più allegra. I modernissimi synth vintage riportano la mente agli anni ’80 ma allo stesso tempo ci tengono legati ai giorni nostri. Il gioco divertente da fare in questo disco è proprio quello di cercare di capire tutte le contaminazioni che hanno influenzato il lavoro.

12 brani dal sound variegato ma dal carattere decisamente originale

Passando infatti da brani come “Idiota” che riprendono il filone moderno dell’indie pop, a brani come “Psicorazione” che per assurdo ha del punk a livello vocale e degli accenni molto Placebo nella costruzione del brano, così come “Interludio” che spezza a metà il lavoro. Infatti è la seconda meta quella che in realtà sembra più intima, seppur meno tecnica. Insomma, i Silki  cercano prima di conquistare l’ascoltatore regalandogli quello che vuole ascoltare, e poi mischiano le carte in tavola mostrando la propria identità.

Un’opera prima davvero ben strutturata, che vede i suoi punti deboli in pochi brani, come ne “Il mio aspetto” che si slega troppo dall’amalgama dei suoni e dell’album. Ogni brano è ben studiato e il gruppo sembra avere le idee chiare su sul genere che vuole portare avanti. Un suono adatto a tutto il pubblico, che trova la sua forza nel giusto bilanciamento tra suoni e testi, che sanno creare un giusto equilibrio. Poteva essere un disastro e invece l’anedonia di Greg ha rappresentato la carta vincente per il gruppo di Riccione.

 

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