A primo impatto sembrerebbe di trovarsi davanti a un riadattamento di “Gran Torino”: si tratta anche qui, infatti, di un vecchio reduce che entra in relazione con un contesto criminale. In realtà Earl Stone è esattamente la controparte dell’arcigno Walt Kowalski di “Gran Torino”. Earl è più anziano e più ricurvo, ma possiede anche molta più positività.
Stiamo parlando di un floricoltore allontanatosi dalla propria famiglia che, una volta caduto in disgrazia, decide di reinventarsi come corriere della droga per un cartello messicano. Il vecchio possiede infatti una qualità preziosissima: è al di sopra di ogni sospetto. Inoltre il suo lavoro con i fiori lo portava spesso in giro per il paese, di fiera in fiera. Da qui proviene la sua ampia conoscenza delle strade americane, che si rivelerà fondamentale in ottica narcotrafficante.
“Il Corriere – The Mule” si ispira a una vicenda realmente accaduta, che Clint Eastwood rielabora accentuandone i risvolti comici. L’idea di base è quella di prendere un ambiente specifico, in questo caso la criminalità organizzata, e inserirvi un personaggio completamente dissonante. Un’impostazione classica, impiegata come principale matrice umoristica in moltissime commedie che giocano sull’equivoco e sull’incapacità di comunicare dei personaggi.
“Il Corriere – The Mule” si ispira a una vicenda realmente accaduta, che Clint Eastwood rielabora accentuandone i risvolti comici.
“Il Corriere – The Mule” segue questo percorso, almeno in parte. Earl Stone, per dirne una, non sa usare il cellulare. Per questo i minacciosi narcotrafficanti, tatuati e muniti di pistole, sono costretti a spiegargli come rispondere ai messaggi per portare a termine le consegne. Il problema è che il film in questione non è una commedia, o meglio, lo è più di quanto vorrebbe essere.
I momenti comici si trasformano ben presto in situazioni al limite del demenziale, che vedono Earl fare amicizia con i criminali, andare a prostitute e corrompere poliziotti con secchi di popcorn al caramello. Il risultato è la costruzione di un personaggio estremamente godibile, grazie anche al carisma di Clint Eastwood, ma anche in disaccordo con le aspirazioni drammatiche e socialmente impegnate che il film esibisce.
“Il Corriere – The Mule”, infatti, è anche la fotografia delle idee politiche libertarie del regista, nonché una risposta a chi lo tacciava di essere un repubblicano conservatore. Il film si sviluppa in maniera abbastanza schematica.Earl trasporta cocaina fino al luogo di consegna e, a ogni viaggio, fa la conoscenza di qualche esponente della fauna umana statunitense. Afroamericani, motocicliste lesbiche, messicani buoni, messicani cattivi, reduci di guerra e avanti così.
In alcuni punti Clint Eastwood sembra come spuntare le voci di un grande elenco di categorie sociali. L’incontro più divertente è senz’altro quello con le motocicliste. Earl, dopo averle aiutate nella riparazione di una moto, fa per allontanarsi: «Grazie vecchio», gli dice una donna. «Prego lesbica», risponde lui. Da qui in poi questo genere di appellativi sarà sempre più frequente, da lesbica fino a negro.
“Il Corriere – The Mule” è la fotografia delle idee politiche libertarie di Clint Eastwood, nonché una risposta a chi lo tacciava di essere un repubblicano conservatore.
Ovviamente l’obiettivo del regista è quello di depotenziare la carica dispregiativa di queste parole. Tutto ciò che il protagonista dice o fa è totalmente spontaneo e pacificatorio. La storia assume così le sembianze di un road movie all’insegna dell’apertura sociale, in cui però lavora bene solamente il comparto comico. Il dramma è in fondo un elemento accessorio e, quando è presente, sfocia spesso nel patetismo. Mentre il lato poliziesco non aggiunge nulla agli stereotipi del genere, e le indagini si riducono alla DEA che interroga un esponente del cartello per estorcere informazioni. Bradley Cooper non fa altro per gran parte del film.
Clint Eastwood è di fatto l’unico personaggio non trascurabile. Un uomo a cui piace viaggiare e conoscere gente, che per troppo tempo ha ignorato la propria famiglia. “Il Corriere – The Mule” racconta l’ultima avventura che gli farà prendere coscienza del tempo perso. Più che una commedia a tinte drammatiche, risulta solamente un film difficile da prendere sul serio.