Ezio Bosso durante l'European Music Festival al Teatro Romano di Fiesole.
Ezio Bosso durante l'European Music Festival al Teatro Romano di Fiesole.

EZIO BOSSO: SPLIT, POSTCARDS FROM FAR AWAY, la musica dell’ultima stanza

È scomparso a 48 anni Ezio Bosso, il celebre Direttore d’orchestra, pianista e compositore. “La musica mi ha salvato”, diceva. La musica ci salva un po’ tutti, in effetti, ma in questi giorni così strani e in un giorno triste come questo è sempre un po’ più difficile.

Ezio Bosso, un grande uomo e un grande musicista

Mentre nelle casse dello stereo risuona “The 12th Room” cerchiamo un modo per ricordare Ezio Bosso, un modo non scontato per dare valore alla sua figura umana, in primis, e poi come musicista ovviamente. L’ideale sarebbe far parlare la sua musica e lasciare spazio solo alle sue composizioni, ma il fatto è che Ezio Bosso non è stato un semplice musicista, è stato una figura umana di spessore che con le sue parole ha saputo commuovere e far sorridere anche quando non c’era niente da ridere.

Ezio Bosso era così: una figura capace di tenere incollata mezza Italia e mezza Europa davanti al Festival di Sanremo mentre, nel 2016, parlava di musica e di bellezza. Quello che ci mancherà di più della sua musica è la forza con la quale impattava contro i nostri sensi e la nostra coscienza lasciandoci affascinati e commossi.

«Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. […] Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. È una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Si, perché la stanza è anche una poesia»

“Split, Postcards from Far Away”, la musica dell’ultima stanza

Se dovessimo immaginare la vita e le opere e forse, di Ezio Bosso con una singola composizione quella composizione sarebbe “Split, Postcards from Far Away”, brano di “The 12th Room” e forse ultima stanza della vita. Chissà dove si trova quel posto così lontano dal quale proviene questa cartolina che, forse, qualche anno fa non abbiamo apprezzato abbastanza. Chissà se suonano buona musica in quel posto. Chi lo sa se c’è spazio per la poesia e per la bellezza, per l’arguzia, per l’ironia e per le lacrime. Chi lo sa.

È forse in queste cadute nel buio che le persone imparano a rialzarsi e a ripartire. Lo sapeva bene Ezio Bosso. Oggi che che la musica suona così piano, però, sembra impossibile, ma domani e dopodomani ancora forse andrà meglio. Forse ci fermeremo qualche istante a ricordare e ad apprezzare queste nostre dodici stanze. Ci fermeremo a esplorare con la curiosità e lo stupore di chi legge una poesia per la prima volta e, forse, solo allora riusciremo a capire la grandezza di certe opere e di certi artisti.

Ezio Bosso, uno dei volti umani della musica

Con Ezio Bosso se ne va uno dei volti umani della musica. Non un semplice Direttore d’orchestra o un compositore, ma uno dei pensatori della musica, una delle personalità della musica che ha saputo illuminare le coscienze e mostrarci la bellezza nascosta tra le armonie e le pause.

Ora che tutto sembra andare alla deriva la musica ci salverà. Magari domani, magari tra un anno, ma state pur certi che succederà. Bisogna crederci e avere fede nella musica ci porta oltre. Oltre la vita, oltre le nostre dodici stanze, oltre la paura e oltre il dolore. Solo allora, in quell’altrove così lontano, ritroveremo la parte migliore di tutto e, forse, un po’ di quella quiete che arriva sempre dopo ogni tempesta.

Vogliamo salutare Ezio Bosso con una frase del suo discorso del 2018al Parlamento Europeo per la conferenza sulla cultura:

«Noi che dedichiamo la nostra vita alla musica sin da piccoli frequentiamo germanoaustriaci come Beethoven, o francesi come Debussy, o tedeschi come Brahms e Mendelssohn. Vedete, non c’è un confine. La musica non è solo un linguaggio ma una trascendenza, che è ciò che ci porta oltre»

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