Il rapper toscano Frabolo in una foto promozionale.

FRABOLO: “Ognuno è libero di fare quello che vuole, infatti io ne sono un esempio lampante”

Frabolo, benvenuto su Music.it! A brevissimo parleremo del tuo album “Epic Fail”, ma per rimanere in tema: raccontami prima l’avvenimento più imbarazzante, e meglio se mai raccontato, capitatoti da quando fai questo lavoro. Che sia, appunto, un fallimento epico!

Oddio, ce ne sono stati davvero tanti di “Epic Fail” nella mia vita, non scherzo, e sinceramente faccio un sacco di fatica a scegliere il migliore – ride – … Una volta per esempio mi sono preso uno schiaffo mentre stavo cantando, ero proprio agli inizi (ed ero piccolo) e questo ubriaco salì sul palco insieme al suo amico (anche lui bello in forma) e mi dette un ceffone; ovviamente poi intervenirono subito diverse persone per allontanare questi due individui, ma io intanto la figuretta l’avevo fatta… Tra le altre cose se non ricordo male era la terza canzone che stavo suonando e avrei dovuto cantare ancora per una ventina di minuti, ma me ne andai. Non uscii di casa per settimane… cavolo, ci rimasi davvero male, e sì, devo dire che ė stato uno dei tanti “Epic Fail” che mi hanno particolarmente segnato.

Una ventata d’aria fresca nella scena rap italiana, ascoltandoti ti associo a nomi come Caparezza, o anche Murubutu. Nei brani tuoi brani c’è personalità, carattere, autoironia. Quali sono gli artisti che ti hanno cresciuto e che segui in questo momento?

Ti ringrazio per la ventata di aria fresca e per avermi associato a due Artisti con la “A” maiuscola che stimo molto; sono cresciuto ascoltando di tutto e non riuscirei a fare quello che faccio se mi fossi perso anche solo un semplice passaggio di quello che è stato il mio percorso da “ascoltatore” e fan del rap italiano. I nomi sono davvero un’infinità e sarebbe impossibile elencarli tutti, penso però che il disco che ho consumato di più nella mia vita sia stato “Odio Pieno” dei Colle Der Fomento… quell’album significa molto per me!

Come la vedi la scena rap odierna? Avendo ascoltato “Introverso” e “Barbecue” contenute nel tuo “Epic Fail”, e le frecciatine a Shade e Anastasio, non mi aspetto certo una risposta positiva. Sfogati pure.

La rima su Shade non è un dissing. Lui è un rapper che a me piace e che tecnicamente è fortissimo, ma ha trovato la sua dimensione artistica in un qualcosa che si allontana totalmente da quello che cerco di fare io nella mia musica; quella rima che c’è in “Introverso” è semplicemente una considerazione, del tipo “non ditemi di fare canzoni commerciali perché io non sono lui e voglio fare altro”… finisce lì.

E della scena rap contemporanea in generale, invece?

Per quanto riguarda la scena rap odierna beh, faccio un po’ di fatica a farmi piacere gran parte della roba che esce oggi, che ha un’attitudine diametralmente opposta a quella che ho io. Con questo non voglio dire che c’è un’attitudine corretta e una sbagliata eh, assolutamente. Senz’altro poi c’è anche il fatto che non sono più un ragazzino e certe cose è normale che non le condivida o che non mi piacciano più. A volte però penso anche che se a tredici anni io avessi ascoltato un rapper che mi raccontava di quanti vestiti firmati aveva nel suo armadio e di quante ragazze fighe si faceva, beh, sono quasi sicuro al 110% che il mio quinto disco non ci sarebbe mai stato e molto probabilmente nemmeno il primo, perché avrei fatto e ascoltato qualcosa di diverso e di più vicino a me.

“Random” è il singolo estratto, «un mix di rap, rock, trap, harcore». Infatti le sonorità variano molto in “Epic Fail”: dalla classica base hip hip, allo struggente assolo di chitarra in “Più forte di te”. Cosa non deve mai mancare in un tuo brano per soddisfarti?

In un progetto cerco sempre di inserire tutte quelle sfumature musicali che mi appartengono e di amalgamarle come meglio posso. In “Epic Fail” ci sono dei brani e delle produzioni che in effetti sono diversissime tra di loro, ma che riescono comunque a convivere all’unisono, e secondo me questa è una cosa per niente scontata che spero l’ascoltatore possa apprezzare… Soddisfatti poi al 100% non lo si è mai, o almeno io, la mia è una continua ricerca, sia a livello di suono che di scrittura.

“Brutto sogno” parla di una tematica molto pesante, e purtroppo ricorrente. Come scegli gli argomenti da affrontare e che ti ispirano nello scrivere un pezzo?

“Brutto sogno” è un brano che avrei voluto fare da tempo,ma spesso capita di non trovare la chiave giusta per affrontare un certo tipo di argomento e allora preferisci abbozzare tutto fino a quando poi un giorno non parti a scrivere e come per magia il pezzo è finito, e tu ne sei abbastanza convinto… Io non mi metto mai a scrivere o a comporre musica pensando cose tipo “voglio fare un brano così!”, piuttosto cerco sempre di lasciarmi trasportare, e per questo disco specialmente, beh, mi sono letteralmente lasciato travolgere da tutto quello che mi passava per la testa… L’importante per me è sempre avere a portata di mano un pezzo di carta e un po’ di inchiostro.

Ci sono due Skit nell’album, chiamati “Amici”, contenenti dei vocali What’s App. Ci sono state persone vicino a te che non hanno creduto nel progetto, scoraggiandoti, o facendoti pensare addirittura di smettere? Se sì, come hai affrontato tutto questo?

Le persone che ti scoraggiano, anche senza volerlo, ci sono sempre… basta saperle riconoscere e purtroppo a volte non è così facile… Nella mia vita ci sono state persone con le quali ho condiviso tanto e che alla fine mi hanno solo rubato dei pezzi di me che non potrò mai più riavere indietro, lasciandomi dentro l’anima dei vuoti tristi e bui. Ma io penso che in fondo sia proprio grazie a certe persone e a determinate esperienze che si diventa quello che si è, nel bene e nel male. Nessuno mai è riuscito a staccarmi dalla mia Musica, nemmeno chi pensavo fosse diventato più importante di lei.

Meno male, aggiungerei.

Per quanto riguarda il discorso degli amici mi ritengo una persona molto fortunata perché è davvero raro avere dei fratelli con sangue diverso come quelli che ho io, sui quali posso sempre contare. Quegli skit che ci sono nel disco sono solo un modo un po’ bizzarro (ma sincero) per ringraziarli e renderli partecipi di quello che faccio.

Già in “(P)ericolo” avevi detto che musicalmente fai un po’ quel che ti pare, e hai continuato a farlo anche in “Epic Fail”. Cosa vuoi dire ai tuoi colleghi che smettono di farlo per “piegarsi” al mainstream?

Non dico niente. Per me ognuno è libero di fare quello che vuole, infatti io ne sono un esempio lampante.

Cosa vuol dire essere una pecora nera “Fuori dal gregge”? Cosa consiglieresti a qualcuno che vuole iniziare questo percorso?

Credo che al mondo d’oggi voglia dire semplicemente essere sė stessi, senza mezzi termini.
Non so cosa consiglierei, anzi si, probabilmente non consiglierei proprio un bel niente, piuttosto cercherei di capire cosa spinge questo qualcuno ad affrontare un certo tipo di percorso… proverei a mettermi nei suoi panni, e a seconda di come lo incoraggerei.

Nel tuo “Epic Fail” hanno collaborato Dj Myke in “Random” e Valentina Principi in “Tante scuse”. Cosa ne pensi delle collaborazioni tra artisti?

Ci sono collaborazioni e collaborazioni, dipende cosa si vuole fare e la ragione del perché la si vuole fare… Avrei potuto chiedere un featuring a Tizio e Caio, spendere un tot di soldi e magari farmi un po’ di pubblicità, ma non sono una persona che ragiona in questo modo.

E infatti, così non è stato.

Le persone con le quali ho collaborato nel mio disco sono tutte persone di cui ho una profonda stima e con le quali ho creato un forte legame umano senza il quale non sarebbe potuto nascere niente; con Valentina ad esempio ci siamo promessi di rilavorare insieme, proprio perché comunque si è creata un’intesa di un certo tipo. Oltre al featuring con lei e con Dj Myke vorrei anche sottolineare la presenza nel progetto di Dr. Noise, che ha prodotto 3 brani dell’Album e curato il mix e il master di tutto quanto, e poi Jimmy Burrow, che con la sua chitarra ha impreziosito le produzioni.

Sono passati 3 anni dall’uscita dell’album precedente “Benvenuti a Fraboland”. Cosa è cambiato in Frabolo in questo lasso di tempo?

Io penso che dipenda tutto dal momento che stai vivendo; dopo “Benvenuti a Fraboland” sono successe tante cose, alcune belle, altre un po’ meno belle, sia a livello musicale che personale, che mi hanno portato ad essere quello che sono adesso, e cioè il solito Francesco con la testa incastrata nei sogni, ma con un pochino di consapevolezza in più. Forse adesso la mia scrittura è maturata e certe canzoni che ho fatto in passato non riuscirei più a scriverle, o meglio, sicuramente poi non avrei il coraggio di pubblicarle…

Addirittura?

Sono diventato molto esigente con me stesso, e forse è questo il vero passo in avanti che ho fatto rispetto a tutti i miei precendenti lavori. Il mio percorso artistico del resto è sempre andato di pari passo con quello che è stato ed è il mio percorso umano nella vita, in continuo cambiamento, e in “Epic Fail” credo di essere riuscito a fotografare bene il periodo che stavo attraversando, senza aggiungere troppi filtri.

Sei già all’opera per un nuovo disco?

Per quanto riguarda i prossimi progetti futuri per adesso cerco di non pensarci troppo, il disco é appena uscito e presto uscirà anche in copia fisica, inoltre ci saranno anche nuovi video… Nel frattempo sto continuando a scrivere e comporre.

Qual è il “Lato positivo” di questo “Epic Fail”?

Credo che la tua sia una delle più belle domande che per ora mi siano mai state fatte sull’Album…non scherzo! Mi piacerebbe saperti rispondere, ma non penso che stia a me farlo.

Frabolo, ti ringrazio per questa chiaccherata. Non appena avrai nuovi “fallimenti” per le mani, non esitare a cercarmi! La chiusura dell’intervista è libera, puoi dire ciò che vuoi. Dai il peggio di te. A presto!

Ringrazio io te. Tutto quello che dovevo dire l’ho detto in questo disco. Non credo che ci sia da aggiungere altro. W la Musica!

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