La formazione dei Deaf Lingo.
La formazione dei Deaf Lingo.

FRIENDS/FAILURES dei DEAF LINGO lascia a bocca asciutta ma promette bene

Dopo l’esordio discografico rappresentato da “BUG”, tornano i Deaf Lingo con il nuovo ep “Friends/Failures”. L’ep è stato presentato il 14 dicembre all’interno del format Shoeless Comets dell’etichetta indipendente di Non Ti Seguo Records. Sempre dispersi tra la Brianza e Milano, i Deaf Lingo, proseguono il loro percorso ormai iniziato nel 2015 con la pubblicazione del primo EP. Dopo cinque anni tornano strizzando l’occhio al pubblico amante del punk e fanno capolino in un contesto discografico che ha busogno di essere risvegliato. I quattro dei Deaf Lingo non si tirano indietro e mettono un po’ di legna sul fuoco.

Sì, perché “Friends/Failures” è un ep di sole due tracce, “Friends” e “Failures” appunto, che servono a scaldare i muscoli e a preparare la scena. Due tracce a cui i Deaf Lingo ripongono tutta la loro fiducia, perché a loro è dovuto l’arduo compito di suscitare in così poco tempo il giusto livello di curiosità. È nel 2020 appena iniziato che infatti farà la sua entrata in scena il secondo full length album del quartetto milanese. E se “BUG” è stato un esordio interessante e apprezzabile, il nuovo lavoro avrà l’onere di confermare la band in tutte le loro intenzioni. Sarà forse con questo spirito di eccitante ansia che i Deaf Lingo parleranno ancora una volta al loro pubblico.

“Friends/Failures” è un ep di sole due tracce che servono a scaldare i muscoli e a preparare la scena

Due tracce sono poche per avere un’idea chiara su chi abbiamo davanti. Ma è vero che, quando gli ultimi secondi di “Failures” si sono esauriti e niente altro arriva dalla cassa, siamo già preda di una fame non soddisfatta. “Friends/Failures” punta solo a lasciar la bocca asciutta. Breve e incisivo in tutta la rabbia che solo il punk riesce a esprimere, è un rock sporco e graffiante. Il punk confluisce nel grunge e i riff di chitarra e i ritmi serrati fanno da padroni. Un sound quello di “Friends/Failures”, che ha il respiro internazionale della fine degli anni Novanta e i primi Duemila, quando ancora essere alternativi aveva un senso. Sentiamo sete, ma è una buona cosa.

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