La grande Storia riporta solo le intenzioni maschili. Cosa si celava realmente dietro la presunta follia di Giovanna di Castiglia? “Giovanna sotto il sego del tempo. Una regina, una pazza o una donna ribelle” è il monologo di Adriano Marenco che sembra voglia rendere giustizia alla complessa identità di una donna che tante ne ha dovute subire, prima dal padre e poi dal figlio. Un veloce ripasso: Giovanna fu data in sposa a Filippo il Bello e fu madre di Carlo V. Sicuramente per quante vide, ne avrebbe avute tante da raccontare. A vestire i suoi panni, ad assaporare le sue motivazioni ci sarà Patrizia Bernardini, diretta da una sensibilissima Alessandra Caputo, che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare (qui l’intervista a Fritto Mistico). Ma non è solo il fatto che ci sia una coppia tutta al femminile a costituire l’ineludibile punto di forza del testo di Adriano Marenco.
In “Giovanna sotto il sego del tempo. Una regina, una pazza o una donna ribelle” si realizza una narrazione profferita da chi, di solito, è relegato a ruolo di seconda voce.
In “Giovanna sotto il sego del tempo. Una regina, una pazza o una donna ribelle” la drammaturgia si innerverà di musica. Il 23 e il 24 maggio palco del Teatro Garbatella non vibreranno soltanto il corpo e la voce di Patrizia Bernardini. La sua performance sarà strutturata e trasfigurata dalle linee melodiche suonate sul basso. Una chitarra sarebbe stato prevedibile. Sotto le dita del maestro Rodolfo V. Puccio, quelle corde potranno scandire il tempo della messa in scena ma costituiranno anche un’impareggiabile colonna sonora. Certo, una composizione sullo stile di Marcus Miller distrarrebbe l’attenzione dalla protagonista. Ma se pensiamo a come una Gail Ann Dorsey abbia saputo accompagnare per tantissimi anni David Bowie dando valore al soggetto al centro della scena, senza mai dissolversi nell’aninomato. Poesia pura quella che si realizza nell’equilibrio degli spazi artistici.