I Trillici presentano “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”, il loro disco d’esordio uscito il 22 febbraio.
I Trillici presentano “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”, il loro disco d’esordio uscito il 22 febbraio.

I TRILLICI, la coerenza di COSÌ UNDERGROUND CHE MI VORREI SEPPELLIRE

I Trillici presentano “Così underground che mi vorrei seppellire”, il loro disco d’esordio uscito il 22 febbraio.I Trillici presentano “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”, il loro disco d’esordio uscito il 22 febbraio. A un primo ascolto quello che emerge è un sound fresco e dalle linee melodiche prepotente. La giusta dose di indie che si fonde a ritmi ballabili e dall’aria “tropicale”.

Merito probabilmente dell’abbondante uso di ukulele che rende I Trillici una band dall’anima underground ma tremendamente orecchiabile. Il punto di forza di questa band è proprio questa orecchiabilità potente che lascia impressi nell’ascoltatore i brani sin dal primo ascolto.

I Trillici, come è cambiato il “disagio adolescenziale”

Bello notare anche come, una volta, il “disagio adolescenziale” veniva sublimato nel punk o nel rap. Adesso si è passati a questo indie tropicale, che strizza l’occhio a certe esperienze sonore che vanno per la maggiore, restando comunque di buona fattura e ben riconoscibile.

Diciamo che in un panorama musicale saturo di band indie, I Trillici non sono “la copia di….” ma sono una band con delle idee che li rendono, a modo loro, unici. “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”, non è un disco chissà quanto innovativo. È un disco attuale con temi e soluzioni compositive che sono ben noti nel panorama indie, ma che non scende a compromessi.

Se l’abbondante uso di linee melodiche e chitarrine acustiche potrebbe non sembrare niente di nuovo, la vera sorpresa sta nelle parti che non ti aspetti, quelle più graffiate. Quando meno te l’aspetti, in un pezzo decisamente acustico, la band decide di infilarci una chitarra distorta e una ritmica serrata, mandando in vacca l’aura indie e spostando l’attenzione su un rock alternativo più anni ’90.

La grande ironia di “Così underground che mi vorrei seppellire”

Altra cosa interessante de I Trillicii è questa vena ironica e canzonatoria che sembra quasi prendere in giro i cliché della scena indie. Alla fine è la band stessa a ricorrere a questi cliché, ma con una vena provocatoria e volutamente sguaiata. I Trillici sono una band che si muove su un doppio binario: se da una parte ricorre in maniera spudorata a tutti canoni del genere, dall’altra li irride e li stravolge radicalmente.

Quando fanno il loro ingresso in scena l’ukulele e la chitarra acustica, con l’accento emiliano in bella vista non si può non pensare a certe band “così indie” che tutti conosciamo. Poi di punto in bianco I Trillici “partono per la tangente” (come dicono da queste arti) e fanno uscire tutta la loro rabbia (forse) adolescenziale diventando, non proprio punk ma decisamente graffianti.

Un disco del genere sorprende, perché c’è quel distorsore che non ti aspetti. E poi un disco così fa sorridere perché è sempre bello vedere l’impegno e la costanza nel suonare in una band e addirittura registrare un disco nel 2020.

“Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”, un disco con delle storie

In un periodo storico fatto di Dj improvvisati e Influencer, I Trillici scelgono di fare musica e raccontare le loro storie nella maniera che trovano più naturale. Solo per questo andrebbero lodati fino alla fine dei tempi anche se, bisogna essere sinceri, noi abbiamo apprezzato maggiormente le parti distorte di “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire”.

Questo disco d’esordio, con appena sei brani, sembra essere più un Ep che un album vero e proprio. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di più grande e magari I Trillici tireranno fuori dal cappello altre duemila canzoni, chi lo sa.

Staremo a vedere, intanto possiamo dire che questa è una realtà musicale coerente e con parecchi spunti interessanti. Sicuramente questi ragazzi meritano il vostro ascolto e meritano di essere tenuti d’occhio; il resto poi dipenderà da loro.

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