Luca Maria Baldini, classe 1985, non è sicuramente un nuovo arrivato nel campo. Artista nell’animo e sound designer di formazione, conta alle sue spalle esperienze di altissimo livello. Basti citare i Workshop con Tommaso Colliva e Hans Zimmer, per non parlare delle sue svariate presenze in istallazioni artistiche nazionali ed estere. Da sempre l’interesse del nostro artista ha guardato oltre i confini fisici della musica abbracciando quello spazio in cui le arti si incontrano. Per Luca Maria Baldini il rapporto tra suono ed immagine non è un elemento trascurabile. Per lui rappresenta il fulcro di tutta la sua produzione musicale, il punto nevralgico del proprio eclettismo. Sulla cresta di questi pensieri è nato “Imageless”.
“Imageless” di Luca Maria Baldini è un universo musicale che guida la nostra immaginazione
L’EP edito da Blooms Recordings rappresenta l’atto di liberare questi brani dal loro esoscheletro visivo. Ciò che accomuna i singoli brani è la loro genesi. Ogni pezzo, nato inizialmente per accompagnare delle immagini, è stato poi strappato dalla sua condizione originaria liberando a pieno il suo vero significato. Spezzando il rapporto condizionante che lega un suono alla sua immagine egli ha voluto dare alla musica la possibilità di guidare l’ascoltatore in spazi nuovi ed inesplorati. Luca Maria Baldini con questo gesto quasi “rituale” ha voluto portare in primo piano quello che prima stava sullo sfondo. “Imageless” è una storia di emancipazione e di libertà, tutta raccontata attraverso la musica.
Lo stile di Luca Maria Baldini si muove tra l’IDM ed il minimalismo. I suoni limpidi e profondi da lui utilizzati mi riportano alla mente artisti del calibro di Jon Hpkins e Apparat. Mentre l’utilizzo frequente di rumori ambientali lascia trasparire il suo rapporto con l’universo della musica da film. Indiscusso protagonista è il suo pianoforte che nel corso dei brani muta e si trasforma, si nasconde per poi ricomparire all’improvviso. Le voci oniriche che ci accompagnano durante il nostro percorso sembrano provenire dalla notte dei tempi. Tutto volge all’evocazione di immagini nuove, misteriose e simboliche. “Imageless” è in questo senso un ottimo esperimento sonoro che guida la nostra immaginazione verso mondi nuovi e sconosciuti. Non siete curiosi di ascoltarlo?