«Non è facile lasciarsi andare dopo che si è amato tanto», un curioso esploratore di messaggi in codice, un attento fotografo di fugaci attimi, un tenero amante; ma soprattutto un artista alla ricerca della «bellezza negli sguardi sconosciuti». Nei testi di Frisino i finestrini di un treno, come fotogrammi, si rincorrono alla velocità dei ricordi, per poi scomparire nel vuoto del presente. Il cantautore pugliese, trapiantato a Roma, insegue eventi e figure in movimento negli otto brani che corrono a formare “Italian Touch”. È un modo di vivere ed osservare il mondo libero, sommesso e solitario. È nella tenerezza e nella potenza degli sguardi che Frisino si sofferma; attento agli imprevisti del cuore, “Italian Touch” è l’intimo diario di un artista che ha saputo afferrare, con leggerezza e intensità, momentanee sensazioni.
Nei testi di Frisino i finestrini di un treno, come fotogrammi, si rincorrono alla velocità dei ricordi, per poi scomparire nel vuoto del presente.
Immagini quotidiane, dunque, che ognuno uomo vive senza però accorgersene, senza ascoltare l’effetto che hanno sulla propria pelle. Eppure, siamo tutti un po’ simili negli atteggiamenti controversi: «Succede a tutti di raccontarsi le cose, poi renderle giganti per sentirle migliori», come canta nel brano che chiude l’album “Mare”. Come non ritrovarsi nelle parole del cantautore pugliese, come non vedersi scorrere davanti ai propri occhi quelle tangibili immagini. Ciò che è veramente peculiare è il suo soffermarsi sulle piccole cose, come su un gesto o un profumo che cambia l’umore e la felicità come in “Quel tuo stupido profumo”. Con una scrittura conforme all’indie pop italiano, Frisino si è avvicinato ai suoi ascoltatori in modo spontaneo, senza filtri, essenzialmente vero.