La cantante norvegese, ma svedese d'adozione, Ane Brun, giunta al suo nono album da studio.
La cantante norvegese, ma svedese d'adozione, Ane Brun, giunta al suo nono album da studio.

La delicatezza di ANE BRUN nel suo nuovo album AFTER THE GREAT STORM

ane brun after the great stormL’ultimo album di inediti della cantante norvegese, e svedese d’adozione, nel 2015, “When I’M Free”. Poi solo sporadiche produzioni, ma nessun disco nuovo da presentare. Oggi Ane Brun ci fa un regalo immenso, con l’uscita di ben due nuovi album di brani inediti, a distanza di un mese l’uno dall’altro. “After The Great Storm” è uscito il 30 ottobre scorso, e “How The Beauty Holds The Hand Of Sorrow”, ha avuto release date 27 novembre. Rispettivamente ottavo e nono album, hanno destato curiosità, soprattutto per le uscite ravvicinate, che, come abbiamo appreso dalla stessa Ane Brun, hanno una triste spiegazione. La perdita del padre, nel 2016, ha generato un forte turbamento nella cantante scandinava, causandole un blocco totale, soprattutto sul piano compositivo. Dopo questo periodo di pesante crisi per la perdita del caro genitore, finalmente nel 2019 sboccia di nuovo la meravigliosa vena creativa di Ane Brun.

La perdita del padre, nel 2016, ha generato in Ane Brun un forte turbamento e un blocco compositivo

In pochissimo tempo l’artista realizza quasi tutti i brani di questi album, che inizialmente dovevano costituire un doppio disco, ma che infine saranno due distinti. Oggi ci vogliamo concentrare sul primo dei dischi appena presentati, quello dal sapore più ottimista. “After The Great Storm”, costituito da nove brani intensi. La vena trip-hop della cantante norvegese è lampante, e la si assapora già dalla traccia d’apertura, “Honey”, che ci trascina con il suo groove emotivo. I pensieri più intimi a volte possono anche diventare visibili, palesandosi apertamente al mondo tutto intorno, così come avviene nella title track, seconda traccia dell’album. “After The Great Storm” tratta l’angoscia e la sofferenza nella disperazione con la delicatezza di chi le sa prendere e trasformare in un nuovo inizio. L’apertura di questo disco è emotivamente coinvolgente e ci rapisce fin da subito, un sound avvolgente, quasi etereo, che ci trasporta in confortevoli sentieri ovattati.

L’amore di Ane Brun per la musica trip-hop ed elettronica trova il suo meraviglioso riscontro in questo disco

La tragica perdita del padre sembra l’ispirazione per il commovente pezzo “Fingerprints”, che con la meravigliosa interpretazione di Ane Brun, ci fa scendere qualche lacrima. “We Need A Mother” è l’indignazione fatta canzone, il grido di disperazione verso l’incuria nel trattare la nostra “madre” Terra, la nostra innata capacità d’autodistruzione. “Feeling Like I Wanna Cry”, sul rapporto dell’uomo con l’ambiente, l’emotiva “Don’t Run And Hide”, “The Waiting”, “Crumbs” e “Take Old Of Me” completano l’album. Sarà stato anche un grandissimo sforzo, per Ane Brun, lavorare a due dischi dopo un periodo così duro, però il risultato è un’opera meravigliosamente bella.

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