In ordine sparso: Thomas Franceschetti, Riccardo Gilardenghi, Fabrizio Gesuato, Simone SalernoAlessandro Pigoni: The Big Jazz Duo
In ordine sparso: Thomas Franceschetti, Riccardo Gilardenghi, Fabrizio Gesuato, Simone SalernoAlessandro Pigoni: The Big Jazz Duo

La morte che vive in SCION – SOOTHSAYER, primo atto del concept dei THE BIG JAZZ DUO

Non sono in due e non fanno jazz. Grandi sì, quello lo sono. Se non nell’età, certamente nel sound raffinato e assassino che i cinque ragazzi di Alessandria (TO) propongono col loro nuovo lavoro. “Scion – Soothsayer”, un EP di cinque brani che racconta il tormento viscerale di un uomo che ha messo in discussione la realtà in cui da sempre è vissuto. Quella di una setta, nota come “Giardinieri” – The Gardeners – di cui quest’uomo è leader e attraverso la quale ha tentato di riportare in vita un antico dio creatore del mondo e della vita. Un dio dimenticato, invano appellato a suon di sangue e sacrifici che tormentano la coscienza del leader. Un dramma che The Big Jazz Duo ha intrecciato con le tessiture dure e pure, energiche e spietate del death metal.

“Scion – Soothsayer” è un EP raffinato e dal sound, che intreccia le tessiture dure e pure, energiche e spietate del death metal.

Le atmosfere che si susseguono tra un brano e l’altro sono cupe e tese grazie a un apparato sinfonico che The Big Jazz Duo cura tanto da farne il mastice del disco. Mitragliate dalle pelli per un drumming violento, intervallato da passaggi orchestrali spettrali e immaginifici. La commistione in bpm che emerge tra corde, growl e synth è esplosiva e viaggia su un registro pulito e viscerale. Il che dimostra una pratica del suono tecnica ed emozionale, padroneggiata al meglio considerando l’evoluzione stilistica da un linfatico metal core avvenuta nei The Big Jazz Duo. Sempre vivi, adesso più intensi.

L’ascolto è sottilmente immersivo, è coinvolgente. Di una sottigliezza che è semplice capacità, frutto di un talento ispirato. Ed è ciò che The Big Jazz Duo dimostra. Con “Scion – Soothsayer”, il gruppo conferma di essere una delle band del panorama italiano metal underground capace di mirare e fare centro nelle segrete interiori, esplorando i fondali delle botole umane.

 

 

 

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