Achille Lauro durante una esibizione al 70° Festival di Sanremo – 4 febbraio 2020.
Achille Lauro durante una esibizione al 70° Festival di Sanremo – 4 febbraio 2020.

1990 di ACHILLE LAURO è il divertimento prima della rivoluzione musicale?

achille lauro 1990 coverIl disco più atteso dell’estate finalmente è uscito stanotte. Che poi, non dovrebbe neanche essere chiamato album. È il primo esperimento guidato da lui per la prestigiosa etichetta discografica Elektra Records. Sono mesi che ci tampina con indizi che non hanno fatto altro che alimentare una curiosità che finalmente è stata appagata. “1990” di Achille Lauro è finalmente fuori. Se non altro, il cantautore si è prearato mediaticamente il terreno in maniera esemplare.

Impossibile non calarsi in un’atmosfera di fumogeni fuxia, latex aderenti e smalti glitterati. Se c’è una cosa per la quale il trapper romano ha sicuramente vinto è aver avuto la forza di condizionare un immaginario per legare la sua produzione a un’esperienza che superi quella semplicemente uditiva. Fluidi sono i generi, fluidi sono i ruoli, fluida è la struttura compositiva di “1990”. Si scivola facilmente da uno spleen all’altro, attraverso le inserzioni radiofoniche che completano la versione deluxe del disco.

“Amore in pillole” è un grido a un sentimento totale, quasi mistico, sugli arpeggi sambanti. Per Achille Lauro spiana la strada all’hype di “1990 (Back to dance)”. Con “3 ore a notte” riprende il tema appena sfiorato nel post con cui annunciava l’entrata in Elektra Records. Si passa dalla rimembranza di dormite frugali al ritmo inconfondibile di “Scat men”. Il nuovo abito di cui riveste il motivo di successo è uno dei meglio riusciti dell’album, anche grazie alla collaborazione con Ghali e Gemitaiz.

Il disco più atteso dell’estate, “1990” di Achille Lauro, è finalmente uscito stanotte

“Dissonanza emotiva” è una breve riflessione sulla solitudine e l’autoreferenzialità dei sentimenti, nonostante le luci del palcoscenico siano sempre accese. Un buon preludio per “Sweet dreams (are made of this)”, l’attesissimo featuring con Annalisa. Non vale l’originale, non vale la cover di Marylin Manson, ma sappiamo già tutti che alla prima occasione utile la balleremo e la canteremo anche.

In “Re della Misére” il tono è diabolico e si percorre una linea sottile che sicuramente darà modo di chiacchierare al pubblico. Evocativa di un clima orgiastico e vagamente satanico, l’atmosfera creata da Achille Lauro vorrebbe mischiare sacro e profano, non senza una punta di glitter. “You and me” di Kenny Chensey ripende corpo con la presenza di Capo Plaza e una delle voci più popolari degli anni ’90: Alexia. E poi ”Ave o Maria”. La seconda punta di blasfemia di “1990” farà parlare almeno tanto quanto il poster pubblicitario ritirato proprio ieri.

«Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con me / che io sia benedetto fra le donne» recita la versione di Achille Lauro. Chissà come suonerà l’esegesi di questa precisa sequenza: la madre del figlio di Dio immediatamente dopo l’evocazione di Lucifero. Era tanto che un artista così in voga non si prendeva la libertà di giocare con una delle religioni più diffuse al mondo. Massimo Pericolo lo accompagna nel fornire un nuovo testo a “Summer’s Imagine”, la cui originale versione era firmata da Playhitty. Dopo i forti sentimenti contrastanti di “Ave o Maria”, qualsiasi traccia sarebbe risultata sottotono.

In “1990” è impossibile non calarsi in un’atmosfera di fumogeni fuxia, latex aderenti e smalti glitterati

“Il banco degli imputati” è uno dei monologhi più toccanti di “1990”. Impossibile non farlo seguire da “Blu”, rivisitata in una chiave inedita insieme agli autori, gli Eiffel 65. Un velo di malinconia in una spirale ascendente rimodula l’hype della hit originale. L’inserto radiofonico di “Non è Shakespeare” ricorda molto, nel tema, uno dei dialoghi migliori di “Troy” (2004). Se non è Shakespeare è Omero. Il privilegio dell’immortalità viene contestualizzato con l’idea della felicità data dalla possibilità di cogliere l’attimo. L’assoluta particolarità di ogni secondo, di ogni respiro, lo rendono insostituibile rispetto all’eterno ritorno dell’uguale.

Con l’ultima traccia è giunto il momento di rispolverare Benny Benassi. Con “I Wanna be an illusion” gioca su variazioni ritmiche che dovrebbero corrispondere a momenti diversi di disco. Per sua grande fortuna, Achille Lauro ci aveva promesso di farci ‘solo’ divertire. Le discoteche già aperte sicuramente non faranno mancare neanche una delle rivisitazioni di “1990”. Attendiamo con curiosità il cambiamento della musica annunciata circa due settimane fa. Speriamo sia una speranza ben riposta.

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