A Villa Ada, Roma davvero incontra il mondo. Un mondo fatto di cultura, bellezza, empatia e condivisione. Se non altro, la musica è un’ottima scusa per passare una serata immersi nel verde di uno dei giardini romani più incantevoli. Sono stati in tanti a non essersi fatti scoraggiare dalla sveglia mattutina. Il Sole non era ancora tramontato del tutto quando i Mòn hanno iniziato a suonare. I loro abiti bianchi catturano gli ultimi sprazzi di tramonto. Forse è stato il loro ambient-pop a determinarne la discesa definiva sotto l’orizzonte. Giovani, romani e profondamente indie, i Mòn ci hanno lasciato un assaggio del loro nuovo album “Guadalupe”, con cui hanno aperto il concerto de La Rappresentante Di Lista.
Le reazioni del pubblico al quintetto romano sono calde ed entusiaste. Le architetture sonore che i Mòn tirano su variano di traccia in traccia. La tracklist oscilla variegata tra brani riflessivi e distensivi a wave rockeggianti. Richiamo agli ACDC, System of a Down e Red Hot Chili Peppers li rendono familiari anche a chi ieri li ha scoperti per la prima volta. C’è un’ottima sinergia tra i cinque componenti della band. I Mòn non sembrano aver bisogno di saltellare sul palco per far valere la loro presenza scenica e coinvolgere il pubblico. Mentre il Sole finisce di tramontare, le vibrazioni nell’aria tra il pubblico aumentano. Giusto in tempo per La Rappresentante Di Lista.
L’espressione sonora de La Rappresentante Di Lista si infila sotto la pelle dell’ascoltatore generando un DNA comune
Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina non hanno più bisogno di presentazioni. Sono le due menti che collegialmente a Erika Lucchesi, Enrico Lupi e Marta Cannuscio hanno danno vita a un progetto artistico di ampio respiro. Lungi dall’essere un mero ensamble di intrattenitori, quello che La Rappresentante Di Lista fa ogni volta che calca un palco è proporre un’esperienza. Spettacolari e istrionici, suono, luci e movimenti fanno delle loro performance un’opera d’arte totale e interattiva. Il giallo, l’arancione, le calze a rete, le nacchere insieme al sax e alla chitarra elettrica costituiscono un impasto poliedrico che danno in pasto al pubblico affamato di emozioni.
Veronica e Dario, che vengono dal teatro, sanno manipolare colori e forme. I led che disegnano uno spazio semicircolare allargano il palco di Villa Ada congiungendolo idealmente con il prato e l’ambiente circostante. Illuminare le persone con cui sta avvenendo lo scambio di emozioni e di energia ha reso il concerto di ieri un evento intimo, da cui si può quasi riazzardare un discorso di comunità. Questo può accadere perché la musica de La Rappresentante Di Lista, veicolata da un potente canale di espressione sonoro, si infila sotto la pelle generando un DNA comune.
La Rappresentante Di Lista ogni volta che calca un palco propone un’esperienza totale
La potente voce di Veronica si svela camaleontica concerto dopo concerto, nutrendosi della comunicazione col pubblico. Un live davvero serrato, il cui ritmo non è stato mai spezzato, neanche dalle poche parole di introduzione ad alcune tracce. Il pubblico è sincero estimatore, dimostrandosi in grado di riconoscere il brano da pochi indizi. E non è cosa da poco perché La Rappresentante Di Lista è solita non eseguire pedissecuamente le linee incise in studio. Anzi.
“La Rappresentante Di Lista”, headtrack di “(Per)la via di casa”, ha assunto una complicata versione rappata. Dario ci ha pazientemente guidati nel cantarlo insieme a lui. L’appello all’assenza di idee nei più disparati contesti sociali fa emergere la necessità di veicolare amore, attraverso “Questo Corpo”, baluardo contro tutti i sofismi della ragion teorica, ed esplode con “The Bomba”. Il pubblico ha proseguito “Ospiti” in totale autonomia. Il coro fa comunità, unita nel cantare e contare le cose che ci restituiscono umanità grazie all’inclusione inclusione. Per magia si è trasformato in un mantra che tiene in vita lo spirito.
La Rappresentante Di Lista, manipolando luci e spazi, costruisce una comunità collegando idealmente il palco al prato
La performance di “Ospiti” si è ricollegata alla dedica di “Mina Vagante” al pubblico romano. L’incantesimo paganeggiante e woodoo volto a evocare la diva che è in ognuno di noi rientra nella stessa estetica. Non si parla di virtuosismo, esibizionismo o tecnicismo per La Rappresentante Di Lista. Non che lo studio non sia necessario: gli consente di nutrire ogni nuova performance con particolari sonori e registici sempre inediti. Perfettamente in grado di mettersi in connessione col pubblico, soprattutto quello in carne e ossa, mi auguro che riescano a raggiungere sempre più ascoltatori senza che ci sia bisogno rinnegare la loro arte, pregna di politica, sentimento ed emozione.