Quando un musicista navigato decide di mettersi in proprio lo fa con una consapevolezza diversa da chi si affaccia per la prima volta nel rutilante mondo discografico. Luca Worm non è da meno e lo dimostra nelle dodici tracce di “Now”, in cui si parla poco e si lavora tanto. Non è un album strumentale, ma poco ci manca: la chitarra è ossessivamente presente, è una compagna che non molla mai l’autore. La produzione in generale sembra leggermente “casalinga”, ma diciamo che non tutto il male viene per nuocere. Il sound vagamente casareccio conferisce a “Now” una cifra più garage magari anche ricercata da Luca Worm.
I virtuosismi che spadroneggiano nei brani di Luca Worm senza cantato in “Now” non lasceranno delusi
Questo è un album dal tono prepotentemente heavy, sul bordo del metal che mette a nudo l’anima di riffettaro professionista di Luca Worm. Del metal prende forse quel difetto che a volte si incontra nelle produzioni nostrane, un problema di alternanza di lingua fra l’inglese (riservato ai titoli degli strumentali) e l’italiano. Però, per chi si riconosce nel genere, i virtuosismi che spadroneggiano nei brani senza cantato non lasceranno delusi, anzi, daranno quella ventata un po’ 90s. Il che non guasta, ma indubbiamente sottrae un po’ di contemporaneità al disco. I brani più pensati e più proiettati verso il 2021 sono quindi quelli che a prima vista ripercorrono il sentiero della canzone classica musica e parole.
Chiaramente tutto “Now” è pensato e ben architettato, cambiano solamente le direzioni verso cui si muovono i contenuti. La grande sfida per un musicista competente come Luca Worm sarà quella di concentrare meglio le energie verso uno stile più omogeneo e uniforme. Insomma siamo di fronte ad un esordio che di fatto non è un esordio e che ci insegna che gli esami non finiscono mai.