Immaginiamo di salire in macchina, in questo momento in cui la dimensione del viaggio appartiene alla pura evasione fantasiosa, iniziare poi a percorrere una strada di montagna. Ogni curva è l’inizio di una traccia dell’album e rappresenta una fase da superare per poter arrivare alla meta. “Il tempo che non ho”, la prima curva, lenta e scandita dalla cassa, ci accompagna e avvicina ai bisogni personali invitandoci a riappropriarci del nostro tempo. “Quel che rimane, la macchina curva ancora, verso una visione più pragmatica che romantica, continuare a guidare piuttosto che lasciare guidarsi.
“Acrobazie”, curva tortuosa, è una storia dolorosa che lascia una parte del racconto ad un assolo di chitarra. Si arriva alla “Disemozione”, in una visione salvifica di una luminosa rinascita. Fino l’ultima tappa, “Il posto al sole” ovvero il singolo, accompagnato da video, che anticipa l’album. Dal buio si è fatto giorno, dai piedi della montagna si è arrivati alla cima, dalla prima curva che sembrava impossibile superare il percorso è giunto al termine. Tra melodie malinconiche, arrangiamenti disperati, ballate nostalgiche e brani ritmati, chitarre graffianti o acustiche, sfumature di rock su toni cupi ma speranzosamente profondi.
Se il buio potesse prendere forma oltre che riempire una stanza e un cielo intero, per Matteo Carmignani avrebbe forme curvilinee, come fosse un labirinto emozionale
“Le curve del buio” è composto da undici tracce. Insieme a Matteo Carmignani nel disco hanno suonato Matteo Tassetto alla chitarra elettrica e acustica. Fabrizio Simoncioni alle tastiere, cori e orchestrazioni, ha inoltre curato, oltre ad arrangiamenti e orchestrazioni, anche le produzioni. Mauro Lallo al basso e Fabrizio Morganti alla batteria, Giuseppe Scarpato alla chitarra elettrica e acustica in “Quel che rimane” e in “Acrobazie”; Lorenzo Capelli agli archi e Mario Mazzantini alle tastiere nel brano “In divenire”, infine Nicola Albano al piano per “Le parole che ti ho detto”.
“Le curve del buio” è il disco d’esordio solista di Matteo Carmignani, che invece entrava nella scena musicale già dai romantici anni Novanta. Fonda in quel periodo gli Alkimia, una band rock immersa nella provincia fiorentina, che si trasformerà in Oronero alla fine del decennio. Un periodo in cui la band segue un’intensa attività live, affacciandosi a realtà discografiche e uscendo dai confini della Toscana. A proposito di confini, nel 2001 l’autore si trasferisce a New York per esigenze lavorative, in questa finestra riesce a dedicarsi a un progetto di musica elettronica che non è ancora stato pubblicato. Da allora spazia tra confini geografici e di generi musicali e queste undici tracce costituiscono il riassunto di viaggi interspaziali.