Il duo Italopop MILANO 84 in un'artistica foto promozionale.

MILANO 84: “Non tornerà il ruolo che la creatività giocava a livello sociale negli anni ’80”

Ciao MILANO 84, benvenuti sulle nostre pagine! Noi di Music.it siamo soliti iniziare le interviste con un ricordo. Raccontateci un vostro divertente o addirittura imbarazzante aneddoto accaduto durante il vostro percorso musicale!

Fabio Fraschini: Mi vengono in mente soprattutto gli inizi quando eravamo alla ricerca di un nome e uscivano cose imbarazzanti tipo “Italo Boys” o roba così e che, per fortuna, sono state poi scartate! Un altro episodio divertente fu quando, nei nostri pellegrinaggi a Milano alla ricerca di una label, ci siamo ritrovati davanti al Burghy di Piazza S.Babila, quello immortalato dai Pet Shop Boys in “Paninaro” ed eravamo come due ragazzini commossi!

Chi sono i MILANO 84, quando e come nasce questo progetto?

Fabio Di Ranno: Quando noi pensiamo a Milano 84 non pensiamo a una band canonica. Se dovessimo definirlo, è più simile a un laboratorio dove ci divertiamo a costruire e sperimentare. È stato così sin dall’inizio, almeno nelle intenzioni, ma c’è voluto del tempo per affinare l’idea, il pop concept, e capire bene come fare. Comunque e per fortuna andiamo molto d’accordo: siamo partiti tre anni fa con una prima stesura di “Awesome” voce e piano, e da quel giorno non ci siamo più fermati!

Perché sviluppare, al giorno d’oggi, un sound che ricorda e fa rivivere il pop degli anni ‘80? A quale artista o band vi siete ispirati?

FF: Perché è come suonare rock o jazz o qualsiasi altro genere di cui si è appassionati. Il pop degli anni 80 è diventato un “classico” e riproporlo tentandone una modernizzazione ci diverte! Le band cui ci ispiriamo sono veramente tante… Per rimanere in tema ’80 direi Madonna e Gazebo.

“Awesome” è il vostro nuovo e freschissimo singolo estivo che richiama la dance italiana più glamour, una summer hit d’altri tempi. Nostalgia dei tempi passati, attimi vissuti o voglia di sperimentare e guardare al futuro? Quale è il vostro obiettivo e cosa volete trasmettere a chi ascolta la vostra musica?

FD: Abbiamo sicuramente una sensibilità retrò. Che non è però solo la tendenza a idealizzare o sentimentalizzare il passato, ma a cercarvi una forma di divertimento e fascinazione. È un approccio non troppo puristico, filologico, semmai giocoso, ecco: Milano 84 gioca con gli ’80 ma è concentrato sul presente e sul futuro. Il passato è un enorme archivio di materiali da cui estrarre ipotesi musicali, spunti creativi, pattern artistici tramite il riciclaggio e la ricombinazione. Una sorta di bricolage musicale e visivo, eclettico e ironico. Un modo, anche, per riscoprire e riformulare il passato, lanciarlo nel futuro e vedere l’effetto che fa.

“Awesome” è il terzo singolo che anticipa l’uscita di “Monochromatic”, il vostro primo album. Cosa potete dirci a riguardo? C’è, all’interno dell’album, una canzone a cui siete particolarmente affezionati? Perché?

FF: “Awesome” è stato, come diceva Fabio, il primo pezzo su cui abbiamo lavorato e rappresenta il primo passo di Milano 84 come progetto musicale. Per questo forse ci siamo particolarmente affezionati. Personalmente amo molto anche “Fanatic”, è una canzone molto riuscita e mi ricorda i Pet Shop Boys che erano tra i miei eroi da adolescente!

Il nuovo singolo vede il featuring di Killme Alice, the Queen of New Italo. Quando è iniziata questa collaborazione e com’è stato lavorare tutti insieme?

FD: Quando più di un anno fa siamo usciti col nostro primo singolo, “Play”, Killme Alice è stata tra le primissime persone che ci hanno scritto. Non è che “Play” le fosse semplicemente piaciuta, c’era dentro, ne aveva compreso tutte le intenzioni, le emozioni, le sfumature. La sua sensibilità, conoscendola meglio, si è rivelata così simile alla nostra che è stato naturale pensare a lei nel momento in cui stavamo cercando la voce giusta per “Awesome”. Lavorare insieme è stato piacevolissimo, oltre ad essere molto brava Killme Alice ha una visione aderente alla nostra: l’italo disco è un genere codificato e molto amato, merita rispetto ma il rispetto di qualcosa non vuol dire lasciarla in una teca, semmai tenerla viva, anche a costo di stravolgerla. In quest’ottica, aspettatevi delle sorprese dai prossimi remix di “Awesome”!

Quale è la cosa che più vi manca degli anni ’80 e che, purtroppo, non tornerà mai più?

FF: Credo sia una nostalgia legata soprattutto alla nostra età! Gli anni ’80 sono stati gli anni dei primi amori, delle delusioni e dei primi irrefrenabili entusiasmi, della scoperta della musica e del suo potere terapeutico. Quello che non tornerà mai più degli anni ’80, nonostante siano stati etichettati come il decennio dell’apparenza, è il ruolo che la creatività giocava a livello sociale. Musica, cinema, arti visive, videogames, fumetti, letteratura avevano un peso insostituibile nella vita delle persone.

Giochiamo: provate ad attribuire un colore alla vostra musica.

FD: Non ci posso credere che hai fatto proprio questa domanda! Allora, io convivo da sempre con una piacevole forma di sinestesia, vedo tutto attraverso i colori: lettere dell’alfabeto, note musicali, nomi di persona, etc. Per me non solo Milano 84, ma ogni nostra canzone ha un colore dominante, o più colori come nel caso di “Awesome”: l’azzurro profondo, un giallo speciale, il verde di un campo da tennis in erba. Tutte suggestioni che poi finiscono nel nostro artwork e nei nostri videoclip, che ci piace curare personalmente.

Quando potremmo venirvi ad ascoltare live? Avete già qualche data in programma?

FF: Avremmo dovuto “debuttare” a maggio nell’ambito dell’Italo Disco Festival che ogni anno viene organizzato a Bergamo. Speriamo di poter recuperare il prossimo anno in una situazione di ripresa normalità per una città così profondamente colpita dagli ultimi eventi. Prima di allora contiamo di poter esibirci in alcune location particolarmente adatte al nostro show, a breve speriamo di avere buone news in proposito.

Milano 84, la nostra intervista è giunta al termine ed io vi ringrazio per essere stati con noi. Ora l’ultima parola va a voi, potete aggiungere ciò che volete: spazio alla fantasia! Ciao e a presto!

FD: A noi piace il pop, pensiamo che il pop quando sa essere rivelatore di qualcosa sia davvero rivoluzionario. E adesso sta rivelando che la musica è sempre più in mano agli algoritmi e non a chi la pensa e la fa. Se vogliamo che gli artisti tornino a poter vivere dei loro contenuti, senza che qualcuno se ne appropri lasciando loro le briciole, allora forse è davvero necessario guardare al passato, quando il musicista e il suo lavoro erano il cuore della filiera produttiva. E da lì capire come immaginare il futuro della musica, di chi l’ascolta ma anche di chi la fa. Questa sì che sarebbe una bella rivoluzione pop, alla faccia degli algoritmi!

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