il giovane cantautore romane Nùma ci parla della sua visione della musica.
il giovane cantautore romane Nùma ci parla della sua visione della musica.

NÙMA: “Per strada è tutto più sincero, non ci sò filtri a modificà lo sfondo”

Ciao Nùma ti do il benvenuto su Music.it, è sempre un piacere poter fare due chiacchiere con un artista. Prima di iniziare ufficialmente che ne dici di sciogliere il ghiaccio raccontandoci qualche aneddoto imbarazzante legato alla musica?

Musicultura 2019, dopo essermi esibito con la band sul palco del Teatro Persiani di Recanati mi persi in cerca del camerino. Girai per circa mezz’ora (o forse di più), fidandomi dell’istinto e del senso della posizione del mio amico “Lupus”, dinanzi allo sguardo attonito della ragazza in biglietteria che non riusciva a capire se fingevamo o eravamo seri, se eravamo poco sobri o del tutto idioti. Chiesi ad una cantautrice che si era esibita poco prima di me dove fosse il camerino, e lei: “Dove ci siamo cambiati circa 15 min fa, sulla seconda scalinata a sinistra, porta in fondo”. Eppure lì c’eravamo già passati, ma credetemi, il camerino prima non c’era!!

Veniamo a noi, che ne dici di presentarti a chi ancora non ti conosce?

Ciao a tutti, sono Nùma. cantautore romano e non…

La musica è sempre stata la tua prima scelta nella vita?

Mi piace questa idea della scelta, perché è importante decidere nella vita cosa si vuole davvero. Però credo che la scelta implichi un dubbio: la fa chi non sa se andare a destra o a sinistra, non chi vede la strada diritta. La musica, forse più la scrittura, è da sempre – per me – legata a un’esigenza d’espressione. È tutt’ora un ottimo mezzo per comunicare ciò che penso e una strada che percorrerò fin quando mi farà sentir bene e soprattutto finché avrò qualcosa da dire.

Sappiamo che hai messo i piedi su molti palchi italiani dal 2014 ad oggi e questo ti ha portato a spostarti lungo gran parte dello stivale. Quale tra questi luoghi è quello a cui sei più legato?

Di tutti i palchi su cui sono stato non ce n’è uno vagamente paragonabile alla strada. Lì si sente la vera adrenalina, perché si guarda la gente negli occhi, se ne percepisce il respiro la voglia di ballare, la felicità per non essere soli. Questo vorrei comunicare nei miei concerti, in una società che tende a sminuire l’altro e a decretare sempre un vincitore. “Nessuno si senta emarginato escluso o inferiore”. Mi piace raccontare la gente perché ne faccio parte. Per strada è tutto più sincero, non ci sò filtri a modificà lo sfondo.

Parliamo un po’ del tuo nuovo, freschissimo, singolo “Quando saremo stanchi” disponibile su tutte le maggiori piattaforme digitali. Sembra che l’esperienza lockdown sia stato un fattore determinante alla nascita di questo brano, come hai vissuto questo periodo?

Credo che per le persone come me un periodo di lockdown (ovviamente dispiace sia stato a causa del COVID) sia a volte necessario. Per resettare le idee e uscire un po’ dalle contaminazioni del mondo. Di solito in questi periodi d’isolamento escono le cose più belle perché andiamo ad attingere da tutte quelle emozioni che abbiamo provato prima e che abbiamo lasciato immagazzinate da tempo. È un backup dell’artista , proprio come quello di un cellulare. Una persona ne esce vuota e curiosa… in cerca di nuovi aggiornamenti.

Il brano è anche frutto del lavoro di altri collaboratori, produttori ed arrangiatori, vuoi raccontarci come si è svolto il lavoro in fase di recording?

Il brano parte da una poesia che mi ero appuntato. Nel periodo di quarantena, buttai giù qualche accordo con la tastiera, in camera mia. Arrivato al ritornello la linea melodica mi suggeriva: “QUANDO SAREMO STANCHI”. Chiusi il primo provino fino al ritornello e, quasi per “gioco”, lo mandai a Marco Gargani, che fa parte dello staff di Muziki, uno studio con il quale collaboro situato a Formello. Per “gioco” perché era in progetto l’uscita di un’altra canzone, invece Marco Gargani mi disse deciso: “ca**o facciamo uscire questa”. Due settimane dopo chiusi il testo  e gliela girai definitiva: lui sistemò l’arrangiamento e fece il master finale. Per il video abbiamo dovuto arrangiarci, non potendo muoverci, ma credo che Jacopo Mancini, ossia il regista, abbia colto a pieno il mio sentire e la problematica che c’era in quel momento in Italia. È un artista.

Sia il sound che le immagini ci rimandano alla mente un tocco di vintage, è una scelta voluta?

È bello che la canzone venga descritta ed interpretata da chi la riceve. Credo che il segreto di una canzone che “arriva” sia che ognuno ci possa trovare qualcosa di personale.  Ora non so se stavamo cercando il vintage, ma “cosa importa”?  Importante è il senso che gli viene dato da chi riceve il messaggio, non da chi lo crea. Quindi che a te sia arrivato questo.

Tra i vari argomenti che emergono dall’ascolto di “Quando saremo stanchi” si fa anche riferimento al ruolo dissociante della tecnologia, che in un doppio movimento unisce ed isola allo stesso tempo. Quali sono quelle cose “importanti” che la tecnologia ci fa perdere di vista? Pensi che sia veramente possibile un cambio di prospettiva?

Un giorno uscii con un mio amico che voleva a tutti i costi andare al mare. Aveva letto che il meteo prevedeva sole nonostante ci stesse piovendo in testa. Questo è il rischio più grande che si corre: che le nostre decisioni non siano lucide ma pilotate. Non so se ci sarà un cambio di prospettiva, specialmente se la mentalità e il livello di cultura rimangono gli stessi.

Parliamo di ripartenza, quali sono i progetti per il futuro?

Faremo uscire nuove canzoni, alcune che sono in bagaglio da un po’, altre che stiamo finendo di mettere a punto. Con la speranza di tornare presto a suonare live, vi invito a restare aggiornati su i miei canali.

Grazie Nùma per averci dedicato del tempo alle nostre curiosità, ti auguriamo di poter tornare presto sul palcoscenico. Ricordo a tutti che il tuo ultimo singolo “Quando saremo stanchi” è presente su tutte le piattaforme digitali. Siamo giunti alla fine le ultime righe sono le tue, riempile come più preferisci!

Dicono che un giorno non avremo più voglia di brindare al tempo perso perché ci saremo arresi alla monotonia di una vita stabile ed equilibrata. Che paura mi fa … “QUANDO SAREMO STANCHI”.

https://youtu.be/0dSLaUYW_-A

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