Ad un primo ascolto ci troviamo proiettati tra sonorità elettroniche dal sapore ambient, noise e beat. Un sound semplice, quasi scarno, costruito attorno a un singolo suono, come a volerlo estraniare dal contesto.
Reesut in questi 7 brani ci porta in un paesaggio sonoro straniante, dilatato e fatto di suggestioni e ripetizioni sonore. Sembra quasi di trovarsi in un universo a parte, complesso, eppure estremamente sintetizzato in questi suoni semplici e asciutti.
“Reesut”, un paesaggio sono straniante e dilatato
Indubbiamente non stiamo parlando di elettronica di largo consumo. Quella che potete ascoltare in qualsiasi locale, per intenderci. “Reesut” è un disco complesso che richiede attenzione per i dettagli e una buona dose di concentrazione. Ed è proprio questa particolarità che lo rende affascinante.
In questo disco ogni suono e ogni “rumore” è concepito per dare un significato a quel preciso momento. Che si tratti di un beat o di un suono più “acustico”, tutto è congegnato per creare un’immagine nella testa dell’ascoltatore.
Reesut, uno sguardo alla matrice delle cose
Ascoltare “Reesut” è come guardare la famosa “matrice” dell’universo. In questo disco sembra di guardare il mondo attraverso lo schema, attraverso il progetto di base, che dà vita all’insieme.
Ascoltando i 7 brani che compongono “Reesut”, si ha la sensazione di ascoltare un qualcosa di solenne e di austero. Estraniare il sound dal contesto riesce ad elevarlo a un qualcosa di altro. Come se l’ascoltatore fosse portato in una sorta di trance e poi catapultato fuori dal suo corpo in un universo sonoro avvolgente e sinusoidale.
Questo non è il classico disco che si ascolta tanto per, e va bene così. Un lavoro come “Reesut” ha bisogno di un tempo e uno spazio dedicati. Di un momento di riflessione e della giusta apertura mentale.
Un disco interessante, fatto per gli amanti della vera elettronica e per chi ama perdersi tra le pieghe di un viaggio sonoro austero e non convenzionale.