Roberto Ventimiglia in una foto promozionale
Roberto Ventimiglia in una foto promozionale

ROBERTO VENTIMIGLIA e il diario di quarantena LOOK AT THE STARS TONITE

ROVERTO VENTIMIGLIA LOOK AT THE STARS TONITEAl netto di un periodo di reclusione ai confini delle mura domestiche, mentre fuori un mondo delirante continua alla deriva, ci hanno comunque provato a convincere che “andrà tutto bene”, così come da sempre ci hanno insegnato che “bisogna sempre trovare il lato positivo”.

Un lato positivo di un periodo distopico come quello vissuto è sicuramente la produzione artistica di chi fermo non ci è riuscito a rimanere. Neanche Roberto Ventimiglia, cantautore di Latina, che il 25 settembre pubblica un EP dal titolo “Look at the Stars Tonite (A Lockdown Time Diary)”. Non a caso troviamo tra i brani “Look at the Stars Tonite” e “Lockdown Time Diary Page”, come suggello di un racconto forzatamente casalingo. Un vezzo che si ritrova anche nelle registrazioni in stile Lo-Fi e in un prodotto figlio di una “dimensione creativa di studio condivisa, seppur virtuale”.

Roberto Ventimiglia, classe 1982, auto-produce il suo primo EP “Bees Make Love to Flowers” nel 2018. Nel 2020 inizia la collaborazione con Gusville Dischi grazie alla pubblicazione dell’album “Raw”, di cui “Look at the Stars Tonite (A Lockdown Time Diary)” ne costituisce una sorta di proseguimento. Pubblicare due lavori nello stesso anno è sicuramente, infatti, sintomo di una esigenza/urgenza artistica a cui non si rimane indifferenti.

“Look at the Stars Tonite (A Lockdown Time Diary)” è “un concept album di piccole dimensioni piuttosto che un EP”

L’ipotesi vale ancora di più se consideriamo il lavoro come il prodotto del periodo di quarantena che, come abbiamo già affermato, ci ha lasciato contenuti artistici che lo hanno esonerato dal rimanere un momento vuoto e privo di senso. Si intuisce la formazione angloamericana dell’artista, considerando anche la lingua inglese che caratterizza le lyrics dell’EP. Rimane evidente però il contrasto tra uno stile puramente adolescenziale in sonorità boy-band e la maturità di un percorso non proprio esordiente con una produzione a distanza prevalentemente in solitaria.

Da prospettive romantiche a raffigurazioni del mondo agli occhi di Roberto Ventimiglia, fino all’importanza del proseguire la propria strada nonostante le difficoltà del percorso. Un elettro pop che porta la sigla DIY: la continuità fra i lavori del cantautore all’insegna dell’autoproduzione, marchia una carriera che, come afferma l’artista, inizia negli scantinati, come ogni immagine anni ’90 che si rispetti.

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