Roberto Ventimiglia ha una voglia matta di condividere emozioni, tanto da non porsi freni inibitori
E del vivere quotidiano fanno parte anche i desideri e le aspettative dell’immaginazione (come nella traccia “Raw”). O i segreti dell’immaginario e dell’amore solitario (“One-Hour-Love”). Si cerca anche di dare un significato all’amore. Come era usuale negli anni ottanta, quando ci si chiedeva “l’amore è…?”, e ognuno diceva la sua. Fino a capire che in realtà l’amore è qualcosa di soggettivo, è qualcosa che abbiamo dentro. E che ciascuno vive a proprio modo (“Love Is”). A dispetto dell’autoproduzione e dell’home made, il disco è intrigante, perché lascia intravvedere delle qualità. E Roberto Ventimiglia riesce comunque a dare senso al tutto. Certamente c’è da migliorare, siamo al cospetto di un giovane artista che inizia un percorso difficile e tanta strada da percorrere. Scegliendo la semplicità dell’autoproduzione. Però il suo discorso fila liscio, è tutto ben chiaro, una voglia matta di condividere emozioni e stati d’animo. Tanto da non porsi freni inibitori.
Roberto Ventimiglia ed il suo album viaggiano a braccetto, romanticamente, verso la destinazione
Quando esplode dentro la necessità di comunicare, il terremoto sotto la crosta apre squarci in cui si riversano i pensieri, e devi badare al sodo. La sostanza di questo disco è il bisogno di lasciar defluire le emozioni. Un fluido incessante che non può assolutamente rimanere costretto sotto la pelle. Roberto Ventimiglia ed il suo “Raw” viaggiano a braccetto verso la destinazione che hanno scelto. Qualunque sia l’ostacolo verrà superato, con la delicatezza del romanticismo. In definitiva, eccovi la sua proposta tra indie, DIY e lo-fi.