Sono passati sei anni da quando uscirono con il loro primo album “Maleducazione!”. I Testaintasca erano una band e i rapporti lavorativi con gli altri componenti non seguivano la stessa direzione. Ecco il perché dello scioglimento. Eppure, i Testaintasca hanno sempre avuto attenzione per la musica senza, però, rincorrere il successo. Sei anni nel mondo della musica sono tanti perché cambia tutto, ma Fabio e Giorgio Conte hanno deciso di scrivere e lavorare al progetto di “Fantasia” assecondando i propri tempi.
Nel mondo musicale dei Testaintasca si entra catturati da suoni decisi, nuovi e accattivanti. Un mood unico percepibile in tutte le undici canzoni, prodotte interamente da Niccolò Contessa. “Fantasia” è un album fruibile da tutti ma sopratutto da chi ha orecchio e da chi vive alcuni momenti della propria vita perché si riconoscerà.
TESTAINTASCA: «Fanculo i soldi, a me bastano i sogni!»
Il cambiamento avvenuto nei Testaintasca si svela già dalla scelta di chiamare il disco “Fantasia” e dalla tracklist che si apre con il brano omonimo. È la fantasia che fa immaginare di fare e disfare la propria vita. Certo, può anche capitare che sia la vita a metterci nelle condizioni di cambiare ed è lì che bisogna mettere d’accordo cuore e cervello. L’equilibrio di ogni giorno è messo in discussione dall’essere speciale di ogni attimo e la fantasia realizza gli esseri speciali. Il tempo vola e se ne frega di tutti se non si mette in pratica il cambiamento.
I Testaintasca hanno lasciato alle spalle l’idealizzazione della band con basso, batteria e chitarra ad ogni costo perché hanno capito che loro due si bastano. E sì, si bastano con un pianoforte. Nell’ascolto di “Fantasia” si avverte la forte presenza dei sintetizzatori. La sperimentazione è la chiave di questo album a metà tra cantautorato e un pop-indie prima della commercializzazione.