Nel 2009 i quattro della band Retrolove si uniscono, sigillando il sodalizio con un primo LP in inglese, per poi aprire una parentesi lunga un LP e un EP in italiano, e ri-approdare infine alla lirica inglese con “Soundtrack”, uscito il 6 marzo 2020. Il passato intrinseco nel nome Retrolove, prende tutta la sua forma nel ritorno al rock‘n’roll suonato ad alto volume.
Quante volte ci siamo trovati scettici di fronte alle tanto biasimate quanto di successo correnti contemporanee, nella posa collettiva di rimpianto del buon caro cantautorato, della semplicità di un giro di Do, o del riff di una chitarra. Ecco, non è questo il caso. “Soundtrack” è un composto di malizia ed eccentricità, tra lo stomaco e il punk, tra le corde vocali e il rock.
“Soundtrack” dei Retrolove è un composto di malizia ed eccentricità, tra lo stomaco e il punk, tra le corde vocali e il rock
Abbiamo visto il rap avvalersi della pratica del dissing, la trap essere giudicata per i testi vuoti o discriminatori. Invece qui l’inclinazione all’odio prende tutta altra forma. “One Bullet” è la quarta traccia dell’album, è un elenco di persone e cose che gli autori vorrebbero fatte fuori e l’incapacità di eliminarle tutte, fisicamente e metaforicamente. La modalità è tale da non poter suscitare scontenti bensì raccogliere (addirittura empaticamente) consensi. Chi è che non prova sentimenti simili? Questo è punk, un calcio al buonismo ma senza l’insulto che disprezza.
È bello tornare alle origini, al suono vero e sporco, colmare il vuoto e far tornare il peso specifico di un brano. Ma a volte ci si chiede se può invece sembrare stridente rispetto il momento che viviamo. Troppo vintage? Un vinile impolverato? Non sempre la retrocedere corrisponde all’involuzione… quello che è certo è che il rock’n’roll (dei Retrolove) ha colpito ancora!