Il duo torinese FLeUR in uno scatto promozionale.
Il duo torinese FLeUR in uno scatto promozionale.

Trame scure in CARING ABOUT SOMETHING UTTERLY USELESS dei FLEUR

“Caring About Something Utterly Useless” è l’ultimo, atteso disco dei FLeUR. Dopo l’album d’esordio “The Space Between”, pubblicato nel 2017, il duo di origini torinesi torna con un nuovo lavoro che prosegue la ricerca sonora iniziata già nel 2014. È un disco incentrato sulla sperimentazione: non ci sono voci protagoniste, è la musica a parlare. La fusione di elementi propri della musica elettronica come i sintetizzatori, di strumenti acustici e di campioni organici è il cardine attorno al quale ruota “Caring About Something Utterly Useless”. Le trame tessute dai FLeUR sono dense e granulari. I colori decisamente scuri: di certo non siamo davanti ad un album easy listening.

L’album si compone di sette tracce. Il leitmotiv del disco è la rappresentazione del climax: i brani sono spesso costruiti aggiungendo man mano elementi, che sommati originano le complesse texture sonore dei pezzi. Dal brano di apertura “The Lowest Tide (for Matteo G.)” all’ultimo “The Highest Tide”, il disco si sviluppa come un magmatico flusso sonoro in cui convivono e si fondono elementi drone in stile Infinite Body, noise, glitch, samples, chitarre e riverberi post-rock alla If Theese Trees Could Talk. Assenti le voci: solo nella lenta e calma “The Highest Tide” compaiono elementi spoken word, pesantemente granularizzati e processati.

Le trame tessute dai FLeUR in “Caring About Something Utterly Useless” sono dense e granulari. I colori decisamente scuri: di certo non siamo davanti ad un album easy listening

In “Caring About Something Utterly Useless” dei FLeUR la tensione non manca mai. Il malessere è profondo e l’inquietudine pervade tutte le cupe atmosfere evocate dai brani. La ricerca sonora è attenta e certosina, le dinamiche sono azzeccate: nulla viene lasciato al caso dal duo torinese. C’è coesione tra i brani, diversi capitoli di una della stessa grande narrazione. Sicuramente anche grazie allo sguardo vigile di Emilio Pozzolini (port royal), che ha affiancato i FLeUR nella produzione dell’album. To sum up, “Caring About Something Utterly Useless” è un disco davvero interessante, che merita di essere ascoltato ed in cui ci si può facilmente immedesimare, soprattutto in questo periodo. Confido che le future produzioni dei FLeUR mantengano un tale livello.

Exit mobile version