Se avevamo ancora qualche speranza di partecipare al Concertone del Primo Maggio di Roma, adesso anche questa è sparita. Piazza San Giovanni rimarrà vuota e priva del palco.
Ne dà annuncio infatti Massimo Bonelli, Ceo di iCompany e direttore artistico del famoso concerto che ogni anno riunisce centinaia di persone in una giornata all’insegna della buona musica. Si stanno già esplorando strade alternative alle esibizioni dal vivo, ma sicuramente, dice il direttore, non ci saranno le condizioni tanto emotive, quanto normative, per poter mettere in piedi il concerto come lo conosciamo.
Si cercano metodi alternativi per non dover rimandare del tutto il concerto
Massimo Bonelli è intervenuto ieri alla prima puntata di “Se Bach Fosse Qui”, il nuovo format voluto da Marco Stanzani della Red&Blue Music Relations in collaborazione con Next3, il pool di producers e songwriters guidati da Michele Clivati e Roberto Vernetti.
«Questo avverrà non certo perché non siamo in grado di poter organizzare il concerto, ma perché credo che non ci siano le condizioni tanto emotive quanto normative per mettere in piedi l’evento per come lo conosciamo. È normale che io stia pensando a ipotesi alternative, anche perché ritengo che, mai come quest’anno, il tema del lavoro sarà centrale e particolarmente sentito. Non sarà facile e bisognerà capire in che condizioni mentali arriveremo al 1 Maggio e se sarà il caso di costruire una giornata musicale in un momento come questo. Come direbbe Mogol: lo scopriremo solo vivendo»
Inoltre, l’organizzatore della manifestazione si è espresso anche su altri temi. In un momento in cui la diffidenza, assolutamente giustificata, la fa da padrona sugli esseri umani, anche lui ha voluto esprimere il proprio sentimento per la situazione.
Una situazione che in ambito musicale sta causando gravissimi danni e potrebbe rischiare di portare al collasso l’intero mercato
«Mi chiedo quando si potrà tornare ad avere una interazione fisica tra esseri umani e se, quando tutto questo sarà finito, ritroveremo il coraggio di stringerci di nuovo la mano, di stare a distanza ravvicinata, di abbracciarci e di baciarci. Temo che tutto ciò potrà accadere solo quando ci sarà un vaccino o una cura definitiva per questo maledetto virus. Fino ad allora, anche qualora dovesse scemare l’ondata virale, ho la sensazione che continueremo a guardarci con diffidenza ed è questo uno degli aspetti più odiosi della situazione che stiamo vivendo. Non so quando ritroveremo il coraggio di andare in uno stadio o in un palazzetto accettando di stare spalla a spalla con altre persone. Questa consapevolezza mi rattrista, mi infastidisce e mi preoccupa sia da un punto di vista professionale che da un punto di vista umano»
Difficile paragonare un concerto in diretta streaming a un vero e proprio evento
Cosa altro aggiungere a queste parole? Ormai tutto il mondo musicale, cerca metodi alternativi di fare musica. I concerti sono quasi un lontano ricordo, e non c’è certezza di quelli già in programma. I maggiori social, come Instagram, stanno impazzendo. Ogni artista cerca di fare la propria parte con concerti in diretta dalle proprie camere. Video montati da band di canzoni suonate a distanza. Tantissime le iniziative nate sul web per portare la musica nelle case dei fan. Ma nulla di tutto ciò si può avvicinare ad un vero concerto.
Stare vicini, ballare insieme, sentire i cuori che battono all’unisono assieme alla cassa della batteria o del basso. Il pogo selvaggio dei concerti metal. Qualcuno ci prova. Qualcuno si riunisce in video chiamate,cercando la sensazione di aggregazione che tanto ci manca, bevendo birra assieme e commentando i concerti che ormai solo all’ordine del giorno in diretta sui social. Speriamo tutti di tornare presto a divertirci e specialmente speriamo tutti che gli artisti possano riprendere il loro lavoro.