Infatti “Ultimo esordio”, oltre ad essere composto da sei brani originali che Filippo Bordignon avrebbe dovuto registrare con Florio Pozza, sono presenti sei brani scelti tra i generi preferiti dall’amico scomparso. È così che si spiega questo vaso di Pandora che racchiude sogni ed illusioni, amori sfioriti e difficili da scordare come ricorda la canzone “Suppergiù”. Sussurrato, straniante ed emozionante, il brano “Il Canto Dell’Addio” che apre l’album, è un canto sottile proveniente dal profondo del cuore; «È l’ora dell’addio per noi, è l’ora di partir, il canto si fa triste per lasciarci un po’ morir». Rassegnazione e consapevolezza non permettono alla speranza, di fuoriuscire, di morire. «Nell’eterno non c’è un perché, senza il tempo e senza il dolor fratello mio tu vivi ancor», canta lo spiritual “Ruit Hora”, dall’atmosfera nostalgica e delicata.
“Ultimo Esordio” è un rifugio di ricordi, speranze, amori e dolori; un gioco di parole e suoni che corrono a formare un girotondo di storie con speranza e velata dolcezza
All’immortale ricordo dal sapore lieto e amaro, si alternano la dolce ninna-nanna “Bimba Che Sogna” e la soave e dissonante “A Molloy”; in quest’ultimo brano l’amore in catene cerca la libertà; inaspettatamente, a prendere la parola è un elegantissimo e sommesso contrabasso: «la quiete che sboccia dalla distanza che ci libererà». Temi e sonorità differenti, racchiusi in un’atmosfera sublime, sognante e surreale; I Casa chiudono “Ultimo esordio” con un piano ovattato di “Oltre La Metà”. Intimo e spontaneo, “Ultimo Esordio” è un variegato album dai sentimenti puri e veri. Parole e suoni si rincorrono e si fondono, tutto assorbe senso e sentimento, anche il consapevole fruscio dell’ambiente.