“Non è un disco per giovani” di WASICHU è un album rigorosamente fedele al grande cantautorato rock italiano Anni 70
Alle soglie del 2021, ascoltare la prima traccia di “Non è un disco per giovani” di Wasichu crea una sensazione a metà tra lo straniamento e un nostalgico ricordo; una sorta di strana diffidenza dovuta al disorientamento di un sound color rock blues esplicitamente tra l’Edoardo Bennato e l’Ivan Graziani. Ma le perplessità svaniscono ben presto, perché a partire dalla seconda traccia la preoccupazione verso un’incerta direzione musicale dai modelli così definiti (il rischio della banalità è dietro l’angolo) si trasforma in un ascolto partecipe e divertito.
“Rappers” è al contempo un esaltato sberleffo (rigorosamente rock) contro il mondo dei giovani rappers; vi si contrappongono, come intercalari, autodichiarazioni dei propri modelli musicali: e via di Francesco Guccini, Ivano Fossati, Eugenio Finardi! Sulla stessa linea eccentrica si muove anche “Il sorriso serio della iena”, satireggiante contro l’atteggiamento di una certa politica; immancabile qui l’utilizzo della fisarmonica, che tornerà anche in “Spiaggia vuota”. Serietà e interrogativi caratterizzano “Nuova leggenda (Ustica)” e “Fuori”, riflessione su un mondo libero al di là delle regole, così come “Principe azzurro”; sfrontatezza tutta rock ritorna invece in “Iotetuki” e “Buioblues”.
Sincerità, passione, sfrontatezza: così WASICHU evita di cadere in un atteggiamento nostalgico e passatista, ravvivando la musica con un piglio personale
Wasichu azzecca, pur nel calco evidente di una tradizione cantautoriale ben precisa, una piacevole varietà di ritmi e di soggetti che, dall’incertezza sulla possibile direzione dell’album, apre ad un ascolto ricco di divertimento e leggerezza. Un taglio personale agisce su stilemi musicali già ampiamente conosciuti; una conseguenza della grande passione con cui Wasichu si è gettato in questa riscoperta della sua musica. È un’operazione che ha i suoi limiti, ma il giusto equilibrio tra nostalgia e la sincerità con cui “Non è un disco per giovani” mette in primo piano il suo sound démodé evita a Wasichu di cadere in un atteggiamento eccessivamente passatista.