La band progressive metal Silent Call
La band progressive metal Silent Call.

WINDOWS è il potente e barocco canto del cigno degli svedesi SILENT CALL

Fa parte della crescita imparare a portare sulle spalle il peso di un saluto. Con “Windows” gli svedesi Silent Call abbandonano la scena musicale dopo averla resa viva per quasi 30 anni. Attivi dal 1990, la band esibisce un tramonto lungo un’ora, da cui si diffondono le luci crepuscolari nordiche per 13 tracce corpose e impegnative. Chissà, magari subito dopo il calare del sole sussegue l’aurora boreale, come accade in quelle regioni. È l’auspicio che dovrebbe accompagnare tutti i valenti membri di Silent Call. In tre decadi hanno offerto il loro tributo alla musica con quattro meravigliosi e corposi lavori. Con la promessa di non farlo più, la super band composta da Daniel Ekholm, Patrik TörnblomMikael KvistTobbe Moen e Göran Nyström rilascia l’ultima fatica progressive metal.

“Windows” dei Silent Call non sembra un punto, bensì una virgola

Con “Greed”, il loro penultimo album uscito nel 2015, i Silent Call avevano semplicemente confermato una tendenza compositiva stabilizzatasi nell’arco di 25 anni di condivisione. Gli spleen melodici che risuonavano in quel disco rimandano piuttosto alle vibrazioni negative e profonde degli Opeth. Da questo punto di vista “Windows” risulta un lavoro completamente diverso, quasi un voltare pagina rispetto ai precedenti. Al momento della chiusura, invece di mettere un punto, i Silent Call mettono una virgola. Strano canto del cigno quello che hanno voluto farci ascoltare i Silent Call. Le linee melodiche si fanno barocche e le sfumature power-metal si sovrappongono a intuizioni folk.

Con “Windows” i Silent Call abbandonano la scena musicale dopo un contributo di quasi 30 anni

Il concept si snoda attraverso due vocalizzazioni molto diverse che trovano la sintesi nelle uniche corde vocali vibranti della band: quelle di Göran Nyström. La narrazione da “Faceless” a “Eye of Destruction” sembra inerpicarsi verso note sempre più acute. Eppure il frontman nelle prime traccie rilascia un canto profondo e baritonale che si dileguerà fino alla fine. Le sfumature folk si riassorbono e anche quelle melodiche à la Epica si dileguano, per lasciare posto al vento dei Dream Theaer – dei tempi d’oro. Con “Windows” è un addio sentito, che vuole lasciare il segno. Li ringraziamo per la loro energia, per la loro potenza, per la loro musica.

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