I Blindur in uno scatto di Riccardo Piccirillo
I Blindur in uno scatto di Riccardo Piccirillo

3000REMIX è la rivoluzione stilistica dei BLINDUR contro i generi musicali

Il titolo di questa recensione al nuovo EP di Blindur potrebbe portare un po’ fuori strada. O più semplicemente potrei aver completamente mancato il bersaglio. Ma c’è davvero qualcosa di rivoluzionario in questo disco. Anticipo di cosa si tratta: “3000remiX” è un lavoro che contiene una sola traccia, ma non è un singolo. Si tratta di sette versioni completamente differenti una dall’altra della medesima traccia, ovvero “3000X”. Sembra tutto un po’ caotico vero?

La band pubblica l’album “A” l’anno scorso, il 2019. Da qui la decisione di prendere il brano in questione e rielaborarlo in sette versioni differenti. Potrebbe sembrare banale, insomma, che ci vuole a prendere un pezzo e farlo rielaborare da sette artisti diversi. No. La rivoluzione non si trova qui. Se proviamo per una volta a leggere sopra le righe, a non fermarci ad etichettare ogni cosa solo per dare un significato, ma la analizziamo, allora lì sta il vero lavoro.

“3000remiX” di Blindur è un EP fortemente rivoluzionario che decide di tirarsi fuori dal mercato musicale in maniera totalmente autonoma?

Insomma, “3000remiX” potrebbe rappresentare il messaggio che forse oggi più ci serve. Il messaggio che dice che un artista non deve essere etichettato a seconda del genere musicale, ma deve essere valutato sulla base del proprio lavoro, della tecnica e della creatività. Usciamo fuori dagli schemi delle playlist e dalle facili interpretazioni. In che genere collocherei il lavoro dei Blindur? In alcun genere. Questo non vuol dire che i lavoro non valga niente o non sia meritevole.

Nei sette brani hanno collaborato rispettivamente: Marco Messina (99 Posse), Speaker Cenzou con il suo stile inconfondibile, l’anima reggae della Sanacore All Stars, il suono “neapolitan disco” di WhodamannyIndigo con la sua rilettura alla “Stranger Things” palermitana, fino alla psichedelia de il MAGO e di AD. Ognuno di loro ha portato il proprio genere all’interno del medesimo brano, trasformandolo in sette brani assolutamente diversi, che in comune hanno solo le parole.

Oppure una buona mossa di marketing per attirare un pubblico più ampio?

Certamente non sono i primi a rivedere un loro brano, basti pensare a “Yesterday”, una delle canzoni con più cover al mondo. Ma questo è leggermente diverso. Qui si tratta di una band che da sola decide di farsi fuori, specialmente da ogni schema e da ogni indicizzazione. O si tratta di questo, oppure io sono solamente un sognatore che ancora crede che sia possibile fare qualcosa di diverso nella musica. Di conseguenza i Blindur avrebbero semplicemente preso un loro brano e trasformato in più generi possibili proprio per risultare appetibili ad un pubblico più ampio.

La cosa certa è che ogni “rivisitazione” del brano è una piccola perla che dimostra come ogni artista abbia un proprio stile, una propria visione e capacità di creare partendo dallo stesso punto di partenza. Vale la pena ascoltare ogni versione di “3000X” solo per apprezzare questo aspetto. Oppure potete semplicemente essere superficiali, ascoltare la versione che più vi aggrada (immagino sarà quella reggae che più si avvicina agli amatissimi ritmi latini tanto di moda) e tornare a fare ciò che stavate facendo 10 minuti fa.

 

 

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