La cantautrice svegliaginera in uno scatto promozionale.
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SVEGLIAGINEVRA: “Prediligo la scrittura pura, non credo esista una formula magica per aumentarne la qualità”

Ciao svegliaginevra, benvenuta su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio: racconta ai lettori un singolare episodio, accaduto durante la tua carriera musicale che non scorderai mai per l’imbarazzo!

Ciao a te Giulia. Per fortuna, finora, credo di non aver fatto ancora niente di così imbarazzante, credo. A parte gli scherzi, nella vita sono una persona veramente distratta e maldestra ma nel lavoro posso diventare maniacale per ogni piccolo dettaglio, preparo tutto con estrema accuratezza. Certo, può capitare di dover affrontare imprevisti ma noi dobbiamo essere solo bravi ad andare avanti e continuare con lo spettacolo.

Raccontaci di te e delle tue influenze musicali. Quando hai cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica?

Non saprei da dove cominciare ma ci provo. Dunque, nata e cresciuta a Benevento, mi trasferisco a Roma subito dopo la fine del liceo. Io amo le mie origini e sono molto legata alla mia famiglia, ma desideravo fortemente evadere da una realtà piccola come quella che può essere una città come la mia e vivere in un contesto più ampio soprattutto dal punto di vista musicale. La mia passione credo sia la conseguenza naturale dell’esser nata in una famiglia che ha sempre ascoltato tanta musica. Dai miei genitori ai miei nonni. Ho avuto la fortuna di poter ascoltare Lucio Battisti, Francesco De Gregori e Lucio Dalla già da bambina. Con il tempo poi, ho scoperto sempre più artisti e levigato il mio gusto personale.

Ricordi la tua prima canzone?

Tra le fondamentali fasi di ascolto della mia vita ci sono generi diversi accomunati però dall’intimità dei testi. Prediligo la scrittura pura, quella che nasce dalla necessità di analizzarsi, di scavare nel profondo, di condividere e comunicare i sentimenti e renderli universali. Dal cantautorato di Lucio Dalla a quello di Samuele Bersani, passando per i The Clash, Nick Drake, Ryan Adams, Jeff Buckley fino ad arrivare alle band come Placebo, Depeche Mode e Bon Iver. Le prime canzoni che ho scritto erano già canzoni d’amore. Parlavo di mio padre, di quanto mi mancasse e delle prime cotte. Quando torno a casa dalla mia famiglia, trascorro sempre dieci minuti giù in cantina a sfogliare album di foto e i quaderni dove scrivevo i testi per non dimenticare mai come tutto ha avuto inizio.

“Come fanno le onde” è il tuo nuovo singolo. Parli di sbagli e certezze: a cosa ti riferisci e come definiresti quella forza intrinseca che, necessariamente, nella vita ci tiene agganciati a delle forme.

Mi piace molto associare le immagini ai sentimenti. Mi piace perché mi permette di spiegare bene cosa provo veramente. Parlo di sbagli, di parole non dette per paura di farsi male, di dinamiche che si creano perché abbiamo scelto di fare una cosa piuttosto che un’altra perché infondo volevamo andasse così. A volte dimentichiamo che non possiamo controllare tutto e che fa bene anche sbagliare e farsi male per poi imparare e vedere le stesse cose in un modo diverso, più consapevole. Se avessimo solo certezze non sarebbe vita, non saremmo veramente noi. Darsi una forma è importante così come uscire di tanto in tanto fuori dalla linea.

Da quanto tempo stai lavorando su questo brano e quando hai sentito il bisogno di scriverlo? Quali sono state le sue fasi di scrittura?

Ho scritto questo brano quando ho avuto bisogno di mettere un punto alla storia e di parlarne come farei forse tra vent’anni. Tutte le canzoni sono trascinate da un flusso di sentimenti che può comprendere diversi episodi della mia vita. “Come fanno le onde” è arrivata così, senza preavviso. Non ho ragionato molto perché avevo davvero bisogno di tirare fuori quelle parole. La sera stessa ho inoltrato il provino chitarra e voce a Milo e Leo che mi hanno risposto con mille cuoricini su WhatsApp.

Cosa bolle in pentola? Stai già lavorando su altri brani?

Sì, assolutamente. In programma c’è il disco d’esordio che giorno per giorno prende forma e colore e le prime date con la band non appena sarà possibile ripartire con i concerti. Non vedo l’ora di salire sul palco. Credo che il live sia la parte più bella per chi come me ama così tanto suonare.

Quale è il tuo rapporto con i social? Credi che l’immagine, la forma, possa aumentare la qualità o validità della sostanza?

Il mio rapporto con i social è giusto. So quanto sia importante condividere un po’ della tua vita con le persone che seguono il progetto, anche se nato da pochissimo tempo. Ho bisogno di creare un legame con le persone alle quali racconto praticamente tutte le mie cose. Ed è anche paradossale se penso di essere una persona molto riservata. Io credo che la qualità e la validità della sostanza possano essere valorizzati se presentati da un’immagine forte quanto coerente con l’idea del progetto. Non credo esista una formula magica per aumentarne la qualità. L’unica strategia che in clinica insegnano con amore è la sincerità.

Hai a disposizione due biglietti di solo andata, uno per tornare indietro nel tempo ed uno per saltare immediatamente nel futuro. Quale scegli? Perché?

Non vorrei mai fare un salto nel futuro, non mi piace l’idea di conoscere quello che succederà e che sarà. Non avrei la stessa adrenalina di vivere la vita. Se invece potessi tornare indietro nel tempo tornerei ad avere dieci anni per chiamare mio padre e dirgli quello che non ho potuto o forse saputo dire.

Quanto è difficile, al giorno d’oggi, farsi strada nel mercato musicale italiano? Cosa saresti disposta a rinunciare?

Credo sia difficile per una serie di motivi ma, credo anche alla potenza che può avere il forte desiderio di riuscire a realizzare i propri sogni che insieme alla determinazione, alla costanza e al coraggio di non rinunciare mai possono portarci ovunque vogliamo.

svegliaginevra la nostra intervista è giunta al termine, ma il finale spetta a te. Saluta i lettori con una citazione o, se preferisci, con una frase tratta dalle tue canzoni! Grazie per il tempo che ci hai dedicato e a presto!

Grazie a voi e saluto tutti i lettori con una frase tratta da “Brida”, un libro bellissimo di Paulo Coelho: «Quando qualcuno incontra il proprio cammino, non può avere paura. Dev’essere sufficientemente coraggioso per compiere i passi sbagliati».

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