Andrea Muccin in una foto promozionale in un Luna Park
Andrea Muccin in una foto promozionale in un Luna Park

ANDREA MUCCIN: “È giusto ricordare ma mai rimpiangere quello che è passato”

Benvenuto ad Andrea Muccin sulle pagine di Music.it. Andrea, iniziamo questa intervista rompendo subito il ghiaccio, ti chiedo di raccontarmi il tuo primo impatto con la musica, dato che parleremo di un singolo “nostalgico”.

Certo, ricordo che il mio primo impatto fu quando mi portarono a casa l’audio cassetta masterizzata di “Domani Smetto” degli Articolo 31. Il primo ricordo è quello, prima mi ricordo qualche canzone in generale, ma nulla che mi avesse portato a pensare a fare musica.

Citi gli Articolo 31 e immagino siano una delle band con le quali sei cresciuto. Dal 2001 ad oggi quindi come sono cambiati i tuoi ascolti musicali?

Beh, ovviamente non ci sono più gli Articolo 31, quindi difficile continuare a seguirli.

Però c’è stato il duo J-Ax – Fedez

J-Ax mi piace molto in quello che continua a fare sinceramente. È solo maturato il modo di scrivere, è cambiato il mondo musicale. Fedez invece non mi piace molto, non mi piace la sua scrittura seppur anche lui è un grande artista.

Tu invece come sei cresciuto artisticamente?

Guarda, io ho sempre ascoltato musica italiana perché do molta importanza al testo e alla scrittura. Potrei anche solamente leggere una canzone senza ascoltarla. Quando mi trovo a dover gestire un ascolto in lingua inglese ho difficoltà non capendo il testo al volo. Tra i cantautori italiani però il mio preferito rimane Cesare Cremonini.

Parliamo del singolo “Gaucho”, se non lo avessi ascoltato e ti chiedessi di descriverlo, come lo faresti?

Beh ti direi di ascoltarlo, che fai prima no?

Effettivamente non hai tutti i torti.

“Gaucho” parla della mia infanzia, di mia sorella e di quello che mi è capitato quando ero bambino. È sempre un racconto bello, i ricordi di ogni bambino sono quasi sempre belli.

E qui si parla della famosissima Jeep della Peg Perego!

Esatto, quella che volevano tutti ma che nessuno aveva. A me la hanno regalata rotta, figurati.

Una grande verità! E perché la scelta del Gaucho rispetto ad un altro giocattolo?

Proprio perché a noi la regalarono ma rotta, e da qui il verso “Ti ricordi quando ti spingevo sulla gaucho”

Finalmente si spiega perché “spingere” la Gaucho! Era una Gaucho non automatizzata.

Esatto, mia sorella saltava su e io dovevo spingerla in giro, ero l’unica forza motrice della macchina.

Questo quanto ha influito poi nel rapporto con tua sorella, protagonista del tuo singolo? Possiamo considerarlo come un momento cardine di questo rapporto?

Ma certo, io e mia sorella abbiamo un ottimo rapporto. Siamo cresciuti insieme e lavoriamo assieme da ormai quasi 10 anni. Mi viene facile parlare di queste situazioni anche per questo motivo.

Secondo te nella musica quanto è importante non dimenticare il passato?

In realtà credo sia importante guardare sempre avanti rispetto a quello che si fa e mai guardare indietro. È giusto ricordare ma mai rimpiangere quello che è passato. Bisogna ricordarsi quello che si è fatto, chi si è stati e da dove si viene.

Quello che a volte invece dimenticano alcuni grandi artisti.

Esatto, quello non bisogna mai farlo, anzi. Pensa che io ringrazio ancora il mio primo producer. Non sono mai diventato famoso ma mi ricorderò sempre di lui e di quello che ha fatto. Non era sicuramente il migliore, e lo ammette anche lui, ma io gli sono sempre grato. Magari un giorno sarò grato anche a voi!

Ci piacerebbe davvero. E parlando di futuro, c’è qualcosa che bolle in pentola?

Abbiamo tutto l’album pronto, ci sono altri 8 singoli. Ne pubblicheremo altri, non sappiamo ancora come, ma sì, prima qualche singolo e poi la pubblicazione. Ma non ne so molto perché preferisco stare fuori da quel tipo di lavoro. Preferisco andare in studio e fare musica.

A tal proposito vorrei parlare anche di presente. Oggi è tutto molto veloce nella musica, tu come la vivi?

Credo che per i grandi artisti sia una cosa buona. Tutti gli emergenti si faranno fuori da soli non avendo molto seguito. Altri sono solo meteore che vanno e vengono. Credo sia una cosa voluta dal mercato. Senza fare il cospiratore, dico che c’è sempre il metodo di far girare la musica anche senza streaming o simili. Basterebbe non caricare i pezzi su YouTube e Spotify. È tutto così veloce perché c’è bisogno di molto materiale, perché serve molto pubblico per fare molto volume e così via. Però per centrare il problema, rimangono i Big, qualche meteora durerà un anno o due, ma rimarranno pochi artisti ad arrivare a celebrare i 20 anni di carriera. Ormai se non paghi il tuo disco neanche lo assapori più. Praticamente i dischi passano inosservati e si abbassa la qualità.

Secondo te però negli ultimi anni c’è qualcosa che vale la pena ascoltare?

Potrebbe sembrare che ho fatto un discorso, quello precedente, per nulla. Ma uno dei più grandi geni della musica attuale è Sfera Ebbasta e i numeri parlano da soli. Un altro è Salmo, che forse non rimarrà così impresso nei cuori perché piace un po’ a tutti. Ma Sfera Ebbasta piace alle nuove generazioni, ai giovani. È riuscito a cambiare il modo di fare musica da solo. Anche se poi ha una major dietro, lui ha iniziato da solo. Iniziando da solo è sempre difficile, parti e sei contro tutti. Forse lui sarà l’unico che sarà ricordato tra 20 anni.

Allora qualche speranza c’è.

Sì, io credo che la trap sia un ottimo genere, dovrebbe essere solo più colmo di contenuti e potrebbe diventare un vero movimento sociale. Sfortunatamente non da peso ai propri testi, se tu riesci a dargli un messaggio sarebbe molto più forte, anche del rock’n’roll.

Non sei il primo che me lo dice, vuol dire che forse è proprio il mezzo perfetto di comunicazione per le nuove generazioni.

Il problema è che la trap piace anche ai genitori. Ci sono le mamme che accompagnano i figli ai concerti, quindi vuol dire che piace anche a loro, altrimenti glielo impedirebbero, o quantomeno aspetterebbero fuori.

Ok, per me abbiamo concluso. Ti lascio un po’ di spazio per aggiungere quello che vuoi a questa intervista.

Vorrei invitare tutti i lettori a seguirmi sui miei social, di mandarmi un messaggio dove mi dicono che hanno letto questa intervista, e in cambio gli regalerò un inedito in anteprima!

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