Massimiliano Cranchi (in basso al centro) e la sua band in uno scatto di Marilena Pellegatti.
Massimiliano Cranchi (in basso al centro) e la sua band in uno scatto di Marilena Pellegatti.

CRANCHI pubblica il suo quinto lavoro L’IMPRESA DELLA SALAMANDRA (Album)

Il quinto disco del cantante mantovano Massimiliano Cranchi si mette religiosamente in fila dopo i quattro precedenti lavori che ne hanno segnato lo stile e l’attitudine. “L’impresa della Salamandra” è infatti il coinvolgimento di tutto quello che gli altri album avevano già messo in moto. Dal primo “Caramelle Cinesi”, dove il tema del viaggio riuniva tutte le tracce, fino a “Non Canto per Cantare”, dedicato cantautore Victor Jara. Così l’impegno civile, l’amore, il viaggio, la narrazione storica ma anche intima e personale, sono i grandi muri portanti del nuovo lavoro dei Cranchi.

Band che infatti prende il nome dal frontman e autore dei testi, ma che vede la partecipazione di altri cinque artisti. Per la precisione, Marco Degli Esposti alla chitarra elettrica, Simone Castaldelli al basso elettrico, Luca Zerbinati alle tastiere, Alessandro Gelli al violino e Fausto Negrelli alla batteria. Tutti insieme partecipano a un progetto coerente con i precedenti, in un percorso di omaggio ai grandi cantautori italiani e alle tradizioni del folk oltre i nostri confini. Ai testi ricercati si uniscono infatti sonorità più decise e che si collegano a un rock più contemporaneo.

Accade ad esempio in “Atacama”, dove gli arrangiamenti folk, che richiamano un po’ quelli del duo Il Pan del Diavolo, si uniscono al racconto impegnato. Cosi “Ushuaia” fa incontrare il piano dell’incipit alla chitarra elettrica dal carattere più moderno. Con “La Boje” Cranchi si concede alla scrittura impegnata con la denuncia sociale che comunque permea tutto “L’impresa della Salamandra”. “Mantova” è invece la storia dove viaggio e amore si congiungono insieme e torna la chitarra acustica contaminata dal sax.

Quello di Cranchi in “L’impresa della Salamandra” è un continuo unire diversi punti che solo apparentemente sembrano vivere su poli opposti.

Quello di Cranchi in “L’impresa della Salamandra” è un continuo unire diversi punti che solo apparentemente sembrano vivere su poli opposti. I testi che richiamano la tradizione del miglior cantautorato italiano, da Francesco Guccini a Francesco De Gregori, non rinunciano a passaggi più famigliari della scrittura contemporanea. Gli arrangiamenti semplici man mano cedono il passo a momenti più complessi e ricercati. Le tracce di impegno sociale e politico (“Ja Pum”), non stonano mai con quelle che richiamano tendenze intimiste e personali (“A te che aspetti il treno”).

“L’impresa della Salamandra” dimostra ancora una volta come Cranchi si sia ritagliato un suo posto all’interno della discografia nostrana. In un panorama sempre più piatto di proposte, l’autore mantovano e la sua band continuano a portare avanti una tradizione tutta italiana. Quella del cantautorato e più in generale di una storia letteraria che è una delle colonne portanti della nostra cultura. A dispetto di un mercato che richiede una poetica di strada, Cranchi riporta in vita la dialettica della miglior tradizione e insieme fuga ogni rischio di anacronismo.

[one_half]

 

CRANCHI

L’IMPRESA DELLA SALAMANDRA

23 novembre 2018

New Model Label | Audioglobe

[/one_half]

[one_half_last]

[/one_half_last]

Exit mobile version