Gli Ezekiele sono Rocco Brancucci, voce de iFasti e Seminole, e Roberto “Furfi” Bagaini, bassista de iFasti e leader del progetto solista OMEGALIQUIDO. Insieme indossano i panni di un profeta contemporaneo che punta il dito contro le difficoltà che affliggono l’uomo comune. A colpi di sintetizzatori e basso, gli Ezekiele cercano di comunicare tutto il disagio di chi fatica a tirare avanti.
A colpi di sintetizzatori e basso, gli Ezekiele cercano di comunicare tutto il disagio di chi fatica a tirare avanti.
L’impressione che ho avuto ascoltando questo disco è che il duo torinese non sapesse bene a chi rivolgersi; se a un pubblico giovane o a un target più adulto. Il risultato è un mash up di sonorità martellanti, a tratti vintage e a tratti più moderne, che non sempre fa centro. Non è mica facile essere alla moda mentre perdi i capelli, recita un verso di “Stare”; e su questo non posso che essere d’accordo. Ma in fondo, essere alla moda non è una prerogativa della buona musica.
Dai testi, che costituiscono la colonna portante del disco, emerge un diffuso populismo che può facilmente venire a noia. La denuncia sociale attraverso la musica è un intento nobile, ma bisogna avere una penna davvero tagliente affinché le parole sortiscano l’effetto di strappare il velo di ipocrisia contro cui si accaniscono. “Da un fiocco di neve nasce la valanga”, ma ci sono anche fiocchi di neve che restano tali e si dissolvono alla luce del sole.
Ascoltando il disco si evince una certa ispirazione agli Offlaga Disco Pax, e i fan del noto gruppo new wave apprezzeranno lo sforzo degli Ezekiele di far sentire la propria voce. Per tutti gli altri, me compreso, “Da un fiocco di neve nasce la valanga” può essere un ascolto poco scorrevole e difficile da assimilare. Comunque, è innegabile il coraggio del duo di parlare di tematiche scomode, e nell’Italia del 2019 non è poco.