Il cantautore Daniel Tompkins in uno scatto di Steve Brown
Il cantautore Daniel Tompkins in uno scatto di Steve Brown

DANIEL TOMPKINS: “I enjoy project managing records from start to finish”

Hi Daniel Tompkins! We’re glad to host you on Music.it. Let’s start our interview with an awkward anecdote. Would you tell us anything embarrassing from concerts backstage?

On face value we (TesseracT) may come across a serious bunch of dudes but the reality is far different. We mostly joke around and show our lighter sides off stage. The mood before shows is generally quite brooding as we get into the correct frame of mind but post show antics are usually in full swing if we’re not too exhausted. I seem to remember head butting a watermelon recently – that was fun.

What was the name of the band, the project or the choir that gave the opportunity to Daniel Tompkins to be known as the talented singer he is?

The first band that really gave me a platform was Piano, those who know my history will be familiar with that name and we had a few releases over the years. I had to let that project go some time ago to focus on TesseracT.

Who are Daniel Tompkins’ “teachers”? In your opinion, what is the must-have album of a road trip?

It’s rare that I listen to too much music on the road as it’s in my ears everyday and it’s tiresome, you know? That being said, A Perfect Circle and Deftones would always be names that I’d mention as artists that I’ve admired.

Your voice is perfect for many genres. Which new challenge would you accept?

I think I’ve challenged myself enough by now, I’m happy to focus on what I do best.

“Castles” is really your first solo album? Aren’t there any other skeletons in the closet?

Not really. White Moth Black Butterfly was initially my ‘solo’ project but that turned into something much bigger very quickly. I’m looking forward to many more solo records in the future, however.

Just to be clear, What are the pros and cons of a solo production, also in comparison with team working

More pros than cons in all honesty. I’m a very driven artist and I enjoy project managing records from start to finish. The obvious con is that it can be very time consuming to handle something as big as a solo release by oneself.

Would you give a visual image to the concept that links “Castle” tracks?

“Castles – Inspired by the arc of relationships, the old, the new and the ones that leave you forever changed”. Everyone has experiences that are relatable to one another in their romantic relationships. We make huge investments of trust and care and commitment into one another and sometimes they simply fail. In fact most fail. That said, some survive, thrive and create incredible lifelong partnerships or at least important, long lasting love. But sometimes, we make massive misjudgments of character and the true nature of someone is always revealed over time. Sometimes tragic mistakes , physical or mental abuse, compulsion or addiction are an issue and create irreparable harm to relationships and lives, no matter how in love two people may be. This is the area where the most tragic outcomes occur. The album is somewhat cathartic lyrically in some areas while in other areas it explores amazing, victorious, passionate love.

You and TesseracT divided the stage with Iron Maiden, Megadeath, Lamb of God and other myths of metal music. What kind of memories do you keep about these experiences?

Dave Mustaine once gave us a crate of his own Saison during the ‘Dystipia’ tour a few years back. During the night his crew came knocking on the door asking for their drinks back! I remember soundchecking during Iron Maiden’s pyrotechnics testing at Sonisphere 2014, which was interesting, that a very hectic setup as they were 5 hours late for setting up the main stage – very stressful. We shared the stage with a lot of big artists recently and they are surprisingly normal people just wanting to do a professional job.

It’s been some months from “Castle” publishing. How does the public reacted listening to it? Are there any plans in the pipeline?

It’s been released just over 3 months at this point and it’s been received very well by fans and critics alike. I have already begun writing for future releases so I’m excited to say the least and I have a few surprises up my sleeve.

We finished. I want to really thank you for time. Greet our readers and your fans as you like!

You know I appreciate all the support. Much Love, Dan.


Siamo molto felici di averti con noi su Music.it, Daniel Tompkins! Iniziamo la nostra intervista con un aneddoto particolare. Ci racconti qualcosa di imbarazzante che è capitato di vivere nel backstage di uno dei tanti palchi su cui ti sei esibito?

All’apparenza potremmo sembrare un gruppo di ragazzi seri, ma la realtà è molto diversa. Per lo più ci piace scherzare e fuori dal palco mostriamo il nostro lato più leggero. Lo stato d’animo prima degli spettacoli è generalmente abbastanza cupo, segno che stiamo entrando nel mood giusto, ma le buffonate dei post show scorrono a fiumi se non siamo troppo esausti. Mi sembra di ricordare recentemente una testa che colpiva un cocomero – quello è stato divertente!

Come si chiamava il gruppo, la band, il progetto o il coro in cui Daniel Tompkins si è fatto conoscere al mondo per la prima volta?

La prima band che mi diede davvero l’opportunità di salire su un palco si chiamava Piano. A chi conosce la mia storia sarà familiare questo nome. Abbiamo anche fatto uscire qualche album negli anni. Ho dovuto lasciare il progetto qualche anno fa per concentrarmi su TesseracT.

Chi sono i “maestri” di Daniel Tompkins? Senza quale album sarebbe per te impossibile affrontare un lungo viaggio in macchina?

È raro che ascolti musica quando viaggio in macchina. Perché la ascolto tutti i giorni e alla fine diventa stancante, sai? Detto questo, non posso non menzionare gli A Perfect Circle e i Deftones, artisti che ammiro davvero tanto.

La tua voce è perfetta per molti generi. Quali nuove sfide accetteresti a questo punto?

Per ora penso di essermi sfidato abbastanza. Sono felice nel concentrarmi su ciò che so fare meglio.

“Castle” è davvero il primo lavoro da solista di Daniel Tompkins oppure ci sono scheletri nell’armadio?

In effetti no. Il mio primo progetto da solista si chiamava White Moth Black Butterfly, ma nell’arco di poco tempo si è trasformato in qualcosa di più grande. Non vedo l’ora di iniziare registrare di più da solo.

Spiegaci quale potrebbe essere un aspetto positivo e un aspetto negativo della produzione da solista? In cosa la preferisci rispetto al lavoro che svolgi in un progetto che coinvolge più teste?

Ad essere onesti, penso siano di più gli aspetti positivi che quelli negativi. Sono un artista motivato e mi piace poter organizzare la registrazione di un disco dall’inizio fino alla fine. L’ovvio svantaggio è che serve davvero tanto tempo per maneggiare una cosa impegnativa, quale è un progetto solista, totalmente da solo.

Se dovessi dare un’immagine al filo rosso che lega le tracce di “Castle”, quale sceglieresti? Perché?

Iniziamo con l’esplicitare il titolo: “Castles – Inspired by the arc of relationships, the old, the new and the ones that leave you forever changed”. Ognuno fa esperienze, nelle proprie relazioni amorose, che sono collegabili a quelle di altri. Si fanno grandi investimenti in fiducia, attenzione e impegno verso l’altro.

A volte semplicemente si sbaglia.

Anzi, perlopiù sbagliamo. Detto ciò, qualcuno sopravvive, crescendo e creando incredibili relazioni che durano per tutta la vita, o anche amori eterni. A volte si valutano male i comportamenti e la vera natura di qualcuno si svela nel tempo. A volte gli sbagli comportano tragedie: abusi fisici e mentali, compulsioni o dipendenze. Sono tutti problemi e creano danni irreparabili a relazioni e vite, e non importa quanto due persone siano innamorate. Questi sono i punti in cui risuonano gli aspetti più tragici di “Castles”. L’album è qualcosa di liricamente catartico in alcuni punti, mentre in altri esplora un amore affascinante, vincente e appassionato.

Con i TesseracT hai avuto l’opportunità di dividere il palco con Iron Maiden, Megadeath, Lamb of God e altri miti del metal. Che ricordi conservi di queste esperienze?

Una volta Dave Mustaine, durante il Dystipia tour di qualche anon fa, ci diede una cassa di Saison (n.d.r. una tipologia di birra). Durante la notte la sua crew ci venne a bussare chiedendoci indietro le birre! Facemmo il soundcheck durante le prove pirotecniche degli Iron Maiden al Sonisphere nel 2014. È stato interessante: una preparazione frenetica perché erano cinque ore in ritardo per l’allestimento del palco principale. Fu molto stressante. Abbiamo condiviso il palco con molti grandi artisti recentemente. Sono persone sorprendentemente normali che vogliono fare professionalmente il loro lavoro.

A pochi mesi dall’uscita di “Castle” qual è stata la risposta del pubblico? Quali sono i tuoi progetti a breve termine?

Ormai è uscito da più di tre mesi ed è stato apprezzato sia dai fan che dalla critica. Sto già iniziando a scrivere per altri album. Sono davvero emozionato, per non dire altro, perché ho alcuni assi nella manica.

Purtroppo le domande finiscono qui. Grazie per averci dedicato del tempo. Lascia un saluto ai nostri lettori e ai tuoi fan!

Apprezzo e ringrazio per tutto il supporto che ricevo. Con amore, Dan.

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